Zopa cancellata da Bankitalia
Il progetto di “social lending” capitanato da Maurizio Sella di cui abbiamo parlato più volte su queste pagine, ha ricevuto il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, dietro indicazione della Banca d’Italia, ha provveduto alla cancellazione di Zopa dall’albo delle finanziarie ex articolo 106. E’ lo stesso Sella a comunicarlo agli “zopiani” in una lettera aperta sul blog dell’iniziativa, e un post di aggiornamento spiega i motivi “ufficiali” del provvedimento: “a Zopa è stato contestato di aver fatto raccolta del risparmio (e non semplice intermediazione di pagamenti) a causa della giacenza sul Conto Prestatori Zopa del denaro in attesa di uscire in prestito.”
Formalismo giuridico o intervento mirato su “prevenire possibili truffe ai risparmiatori”?
Secondo il comunicato stampa ufficiale di Zopa.it uscito il 14 luglio, gli amministratori sono “molto sorpresi da questa decisione che ci sembra dovuta unicamente a valutazioni di carattere tecnico-giuridico sul funzionamento della piattaforma, a fronte delle quali peraltro avevamo proposto una soluzione definitiva. Abbiamo sempre collaborato con Banca d’Italia, fin dalla fase di progettazione di un’iniziativa sicuramente non codificata. Nel gennaio 2008 abbiamo iniziato ad operare dopo avere ricevuto l’ok dell’Ufficio Italiano Cambi e da quel momento Zopa è stato un grande successo, soprattutto in un momento storico in cui il credit crunch escludeva intere fasce sociali dall’accesso al credito. Ci siamo attivati per tutelare la nostra posizione e la community in tutte le sedi e in tutti i modi che ci saranno consentiti, confido in un rapido rientro alla normalità.”
Ai lettori/scrittori di Finansol.it (l’interscambio delle parti è il bello della blogosfera) l’ardua sentenza. Per lanciare il dibattito sul nostro blog riportiamo alcuni primi commenti apparsi su Punto Informatico:
- “come potranno mai andare bene le cose finchè la Banca d’Italia ha come azionisti tutte le altre banche italiane? con unicredit e intesasanpaolo che detengono più del 50% delle quote?”
- “la motivazione, anche se corretta dal punto di vista “burocratico”, resta ridicola considerando che zopa e un sistema ben concepito e funzionante da tutti i punti di vista insomma quindi una decisione di fatto alla faccia della libera concorrenza e liberalizzazione di cui se ne parla tanto quando si “privatizzano” i beni pubblici (infatti e’ l’attività bancaria che andrebbe nazionalizzata in ogni paese del mondo e gestita come servizio pubblico coi bancari dipendenti pubblici)”
- “era troppo pericoloso far vedere che era possibile gestire il prestito di denaro da privato a privato senza passare dalle banche… Immaginatevi che cosa avrebbe potuto significare per loro se questo sistema avesse iniziato ad affermarsi e magari ad essere utilizzato non solo per la mamma a corto di contante che deve pagare l’apparecchio per il figlio, ma anche per la piccola impresa che vuole espandersi o la start up che vuole lanciarsi sul mercato con un prodotto innovativo[...]”
Da leggere anche il forte dibattito in corso sul blog di Zopa, da cui segnaliamo un commento:
“Vorrei ricevere qualche informazione in più riguardo alle motivazioni con cui banca d’italia (e poi il ministero) è giunta a questa operazione. Possiamo leggere il testo del decreto del ministero?
Zopa è un progetto innovativo in cui credo fortemente, vorrei capire esattamente cos’è successo: se effettivamente c’è qualcuno che vi sta, ingiustamente, sbarrando la strada o se vi sono delle mancanze da parte vostra. Sempre nell’ottica della massima trasparenza..!”
La prima risposta di Banca d’Italia motiva il provvedimento in base al fatto che “La società acquisiva la titolarità e la disponibilità dei fondi conferiti dai prestatori, violando l’obbligo di separatezza delle disponibilità di terzi da quelle della società; in tal modo si realizza una abusiva attività di raccolta del risparmio, con rischio per i terzi i cui fondi non vengono più scambiati immediatamente tra creditore e debitore come dovrebbe essere nello schema di social lending ma rimangono nella disponibilità della Zopa. Di fatto il creditore si trova inconsapevolmente in una posizione analoga a quella di un depositante senza le tutele previste dall’ordinamento per i risparmiatori. Le modifiche operative proposte da Zopa per risolvere il problema - conclude la Banca d’Italia - non sono risultate sufficienti a garantire la rimozione delle irregolarità, manifestando una strutturale difficoltà nell’assicurare il rispetto della disciplina in materia bancaria e finanziaria posta a tutela dei terzi e del mercato”.
Ce n’è abbastanza per iniziare una bella discussione, no?