Grandi affari per le banche armate
Il settimanale Adista e alla Campagna di pressione alle “banche armate” hanno reso noti i dati essenziali delle operazioni bancarie sull’esportazione, l’importazione e il transito dei materiali di armamento autorizzate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel 2008.
Già Unimondo aveva presentato in anteprima nazionale il “Rapporto del Presidente del Consiglio sull’esportazione d’armamento” e i primi commenti della Campagna di pressione alle “banche armate e della Rete Italiana Disarmo, ma il settimanale ha reso noto e analizzato i dati della Relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sulle operazioni bancarie e la Campagna di pressione alle “banche armate” ha messo online sul suo sito la nuova tabella delle operazioni bancarie (in pdf) relative all’esportazione di armi del 2008 contenuta nella Relazione del MEF del 2009.
Ne emerge uno scenario di “grandi affari” per le “banche armate”, soprattutto quelle italiane - scrive Luca Kocci di Adista. “Raddoppia il numero di operazioni finanziarie autorizzate dal Ministero dell’Economia, aumenta di due volte e mezzo la quantità di denaro “movimentata”, triplicano i “compensi di intermediazione” che gli istituti di credito hanno incassato dalle aziende armiere e tornano saldamente in vetta alla le banche di ‘casa nostra’, comprese quelle – come Intesa-San Paolo e Unicredit –, che in passato, sulla spinta della campagna di pressione promossa dalle riviste Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace, avevano annunciato di voler rinunciare ad attività legate al commercio delle armi. Informazioni riservate, quelle bancarie, perché il Governo, nonostante le richieste delle associazioni e delle riviste pacifiste, non ha inserito le tabelle sulle attività degli istituti di credito nel più sintetico Rapporto sull’export/import di armi presentato alla fine di marzo.