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Il pericolo della microfinanza

23 ottobre 2009 0 commenti

altreconomia-ott09Nelle botteghe del mondo ed in abbonamento, è in distribuzione il numero di Ottobre di Altreconomia.

“Tra le tante applicazioni possibili per la finanza etica (ecologica, cooperativa, pacifista o culturale) probabilmente nessuna cambia la vita delle persone come la micro finanza nel sud del mondo. Il Messico del sud - in particolare il Chiapas, ai confini col Guatemala - è considerato paradigmatico per la situazione del microcredito contemporaneo e soprattutto lascia intravedere alcune prossime linee di sviluppo, compreso il forte rischio di deriva mercantilistica delle iniziative più grandi. Il caso spesso portato ad esempio è quello di Compartamos banca, nata nel 2006 dalle ceneri della creatura di José Ignacio Avalos (Compartamos asociacion civil, nata nel 1990), una delle prime realtà messicane a lavorare nel campo: Compartamos - i cui agenti, in Chiapas, sono letteralmente dappertutto - è ora una società quotata in borsa, ha un portafoglio di 414,5 mln di $, più di 1 mln di clienti, non si fa problemi ad applicare tassi anche del 100% annuo ed è la principale protagonista del +15% del mercato della microfinanza messicana del 2008 (l’anno prima era +17%).

L’attuale dirigenza sostiene di aver compiuto un miracolo rendendo profittevole (e quindi attraente) un mercato sino a poco tempo fa occupato solo dalla filantropia, ma sorvola sulle difficoltà di pagamento di cui soffre la maggior parte dei clienti e fa un uso spropositato della antica retorica altruistica, quando è evidente che il suo ruolo nelle periferie è stato preso da altri (una tra tutte ALSol, sostenuta anche da Grameen Bank).

Un dibattito simile è ben presente anche in Italia, ed il recente attivismo nel settore di alcune banche tradizionali ha insospettito chi teme un percorso simile a quello messicano; in realtà il forte radicamento sociale delle iniziative più importanti, lo stesso contesto socio economico e le principali leggi di riferimento non lo renderanno possibile. Certo finchè questa sarà la situazione analizzabile e queste saranno le leggi in vigore. Per questo serve promuovere la rivoluzione culturale patrimonio del movimento della finanza etica, perché ad un ampliamento della sua incidenza si arrivi per volontà popolare.”