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L’incalcolabile importanza della fiducia

4 dicembre 2009 0 commenti

Altreconomia di Dicembre è in distribuzione - o nelle botteghe - assieme alla consueta rubrica sulla finanza utile.

ae-dic09“Salvatore Amorelli è un imprenditore siciliano che produce pipe con ambizione artistiche. Nel 1996 - grazie alla legge sui patti territoriali - ottiene un contributo finanziario di quasi 3 mld di lire dal Ministero del Tesoro per la creazione di un’unità produttiva a Caltanisetta. L’accordo prevede il versamento di 3 tranche e quindi obbliga l’imprenditore ad accendere alcuni mutui con le banche del territorio mandatarie, in particolare con il Banco di Sicilia.

Ma il pagamento delle 2 tranche finali salta - come anche tutto il pacchetto sui patti territoriali - e Amorelli si vede costretto ad interrompere il progetto. E fin qui il danno. Il Banco di Sicilia pensa alla beffa: si attacca al cliente in sofferenza e comincia l’iter per il recupero dei capitali convinta di risolvere la faccenda in poco tempo e senza troppo impegno. Ma Salvatore Amorelli chiede a periti indipendenti di controllare i conti correnti accesi per i mutui e di capire se non ci siano state condizioni contrarie alle leggi. La notizia di questi giorni - e che faticherete a trovare sui media tradizionali - è che il prefetto di Caltanisetta ha ammesso Amorelli ai benefici previsti dall’art. 20 della legge, che tutela le vittime dell’usura sospendendone i pagamenti e i termini legali e processuali per un anno e prorogando tutte le scadenze per 3 anni, includendo nella categorie degli “estortori” l’impresa bancaria. «Dal compendio delle analisi effettuate - recita la perizia - […] erano già emerse diverse irregolarità perpetrate dalle banche […]: Popolare di Lodi, Monte Paschi e San Paolo avevano costantemente violato i dettami previsti dalla Legge sull’usura (n° 108/96), applicando costantemente tassi superiori alla soglia».

Ma il prefetto ha certificato un problema che va ben oltre il caso siciliano e che la crisi economica non sembra aver intaccato: l’arroganza delle banche italiane - che prima della crisi eran famose soprattutto per applicare le peggiori condizioni europee sui conti correnti - non si ferma nemmeno di fronte all’usura. Non sembrano essersi accorte cioè che il tasso di fiducia dei risparmiatori è indispensabile al salutare funzionamento del sistema e che certo non ne aiuteranno il consolidamento le modulistiche bizantine, le clausole vessatorie o le pubblicità al limite dell’inganno.”