Ponte di Messina, soldi pubblici sprecati
Non so che effetto ha fatto a voi la sventagliata di grandi opere, a cominciare dal ponte di Messina, cui il Cipe ha dato il via alla fine della scorsa settimana.
A me fanno pensare all’ospedale della mia piccola città. Se ti rompi una gamba di notte, l’ortopedico non c’è. Però c’è il mega cantiere per l’ampliamento. Preferirei un ortopedico a tutti quei mattoni. Colto il nesso col ponte?
Sì, perchè l’Italia delle grandi opere che piacciono a questo Governo è quella che ha sempre meno ortopedici, infermieri, maestri elementari, docenti universitari.
Non so perchè per rimettere in moto l’economia non pensano mai a spendere in figure professionali che erogano servizi. Organici stiracchiati dappertutto, dopo tante sforbiciate.
Evidentemente ritengono che l’economia possa ripartire solo con massicce dosi di cemento e mattoni. Nel qual caso a festeggiare sono le imprese costruttrici, non i muratori a mille euro al mese.
Ammesso e non concesso che il mattone sia la sola cura salutare, perchè non investire, anzichè in grandi opere, nell‘isolamento termico e nell’efficienza energetica delle case? Meno spreco di energia, meno inquinamento.
Inoltre, mese dopo mese, l’inquilino pagherebbe bollette più leggere e avrebbe più soldi in tasca per i consumi, se consumare serve davvero al Paese.
No, dalle grandi opere questo Governo non si schioda. Allora elenco due o tre controindicazioni al ponte di Messina così come le individua il Wwf.
Allora. Le risorse pubbliche a disposizione per tutte le grandi opere sbloccate dal Cipe sono complessivamente appena un quarto del conto da pagare. In particolare sono destinati al ponte 1,3 miliardi. Ma ne costerà 6,1.
Secondo il Wwf, “tra l’altro lo Stato riesce oggi a destinare 800 milioni di euro in meno di quanto venne destinato quattro anni fa con la ricapitalizzazione della Stretto di Messina SpA (1,3 miliardi di euro oggi, contro i 2,5 miliardi di euro del 2003)”.
E non solo. “Non risulta che siano stati superati tutti gli ostacoli tecnici di realizzazione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 chilometri nell’area a maggior rischio sismico del Mediterraneo“.
Nemmeno sono superati gli ostacoli “di gestione di un’opera concepita per 100.000 veicoli al giorno quando stime ufficiali al 2032 prevedono solo 18.500 veicoli al giorno”. Capito? Opera non solo grande: faraonica. Ma con finanziamenti bonsai. Il resto è ancora da cavare dalle nostre tasche.
Altro particolare. “Non è chiaro come si pensi di affrontare la ridefinizione dei rapporti con il general contractor capeggiato da Impregilo, visto che il costo dell’opera è di 2,2 miliardi di euro in più di quello con cui è stata vinta la gara (6,1 miliardi rispetto ai 3,9 miliardi di euro del maxiribasso presentato da Impregilo)”.
Impregilo: vi dice niente il nome? Sì, proprio lei. quella dell’emergenza rifiuti in Campania.
Il comunicato stampa del Wwf: ponte di Messina, soldi pubblici sprecati, e un approfondimento
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