Povera Italia. I Paesi che non lottano contro i cambiamenti climatici rischiano l’isolamento
Il vento al di là dell’Atlantico è cambiato. Non c’è più Bush, l’amico di Berlusconi. I Paesi che non partecipano alla lotta contro il riscaldamento globale ora rischiano l’isolamento internazionale.
Lo dice il segretario di stato inglese per l’energia e i cambiamenti climatici Ed Miliband. Le sue parole descrivono bene, credo, la situazione in cui potrà trovarsi l’Italia.
Miliband tratteggia il vento nuovo che soffia in America in un’intervista al Guardian. Reduce da un viaggio negli Usa, dice in sostanza che con l’arrivo di Obama alla Casa Bianca gli Stati Uniti firmeranno con ogni probabilità accordi internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici.
L’America di Bush, ricorderete, non ha mai ratificato il Protocollo di Kyoto. Milliband dice al Guardian che ora nessun Paese vorrà mandare in pezzi la prospettiva di un impegno internazionale per limitare i danni dell’effetto serra.
Nessun Paese? Forse l’Italia di Berlusconi. Mentre Obama negli Usa affida all’ecologia e alle energie pulite la speranza di far ripartire l’economia, l’Italia cancella l’obiettivo di arrivare al 25% di energie rinnovabili entro il 2012 e rema contro il pacchetto europeo sul clima. Chiede addirittura di rinegoziare il protocollo di Kyoto.
Sappiatelo. Secondo Berlusconi, parlare di energie pulite in un periodo di crisi economica come questo è come fare la messa in piega invece che curare una polmonite. Diteglielo, che a far così rischia l’isolamento internazionale.
Sul Guardian i Paesi che non lottano contro il riscaldamento globale rischiano l’isolamento
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