Uomini sbranati, tigri uccise a Sumatra. Dietro c’è il disboscamento che trasforma la foresta in carta
Rimangono meno di 400 tigri di Sumatra. Dal 1997, esse hanno sbranato 55 persone. Dodici tigri sono state uccise dalla popolazione locale. Altre 17 sono state catturate vive.
Ebbene, dietro tutto questo c’è la deforestazione effettuata ad opera di Asia Pulp and Paper, una compagnia che abbatte alberi per trasformarli in carta e cellulosa. Lo dice un rapporto redatto da varie organizzazioni non governative, fra cui il Wwf, riunite nella coalizione Eyes on the Forest.
A dispetto dei proclami di Asia Pulp and Paper, che dice di occuparsi di progetti per la protezione della tigre di Sumatra, la sua attività sta mettendo in pericolo sia questi animali sia la popolazione locale.
Così afferma il rapporto. Del resto è intuitivo: man mano che la foresta viene distrutta, le tigri o muoiono o sono spinte fuori dai territori in cui abitavano. Ed entrano in contatto e in competizione con gli uomini.
Eyes of the Forest afferma che Asia Pulp and Paper, a partire dal 1980, ha disboscato oltre 10.000 chilometri quadrati di foresta. La provincia di Riau ha perso più della metà delle sue foreste negli ultimi cinquant’anni.
Asia Pulp and Paper è una delle maggiori società al mondo; ogni anno produce 5 milioni di tonnellate di carta e materiali da imballaggio. E’ stata accusata di disboscamenti illegali in Indocina, India e Cambogia.
Le tigri di Sumatra superstiti sono appena 400, dicevo. Non si sa quante riescano a riprodursi e quanti cuccioli nascano ogni anno. E’ ovvio che per avere una speranza di salvezza hanno bisogno di mantenere il loro spazio vitale. Ed altrettanto ovvio è che la gente del posto ha il diritto di vivere senza il terrore delle tigri.
Da Eyes on the forest il comunicato stampa: uomini sbranati, tigri uccise a Sumatra. Dietro c’è il disboscamento che trasforma la foresta in carta
Via e foto Eco Worldy