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L’uovo di Pasqua con l’immondizia attorno. Gli imballaggi occupano il 60% del volume

10 aprile 2009 0 commenti

uova di pasquaL’uovo con l’immondizia intorno. Occhio agli involucri scintillanti delle uova di Pasqua. La carta di apparenza argentata e tutta decorata che le avvolge è di solito un poliaccoppiato con uno strato plastico di polipropilene.

Non è neppure riciclabile. Sarebbe un errore metterlo nella raccolta differenziata insieme ai fogli di alluminio che si usano in cucina.

L’anno scorso, si calcola, in Italia sono finiti in discarica (o negli inceneritori) 288.000 chili di poliaccoppiato pasquale. Una ricerca inglese ha scoperto che il 60% delle uova di Pasqua di quest’anno è costituito da imballaggi.

Ora vi racconto, anticipandovi solo che ho trovato un’altra ricetta fai-da-te per autoprodurre in casa uova di Pasqua colorate. Vabbè, uova sode di gallina. Ma mettono allegria anche queste, no?

Gli imballaggi delle uova, innanzitutto. Il calcolo del poliaccoppiato finito nell’immondizia l’anno scorso viene da Eco delle Città, che avverte: quest’anno c’è crisi, e le aziende vogliono risparmiare.

Potrebbero farlo riducendo gli involucri: invece c’è la possibilità che perseguano questo obiettivo scegliendo imballaggi a basso costo non biodegradabili.

Ancora Eco delle Città consiglia le uova “nUovo Mondo”, messe in commercio dalle botteghe Altromercato del commercio equo e solidale e confezionate con materiali riciclabili e riutilizzabili.

Ma nell’uovo di Pasqua quanto è il fumo e quanto l’arrosto, ovvero il cioccolato? Secondo una ricerca effettuata in Gran Bretagna da una parlamentare (la liberaldemocratica Jo Swinson), il 60% delle uova di Pasqua è costituito da imballaggi. Almeno in Inghilterra: probabilmente tuttavia qui da noi le cose non sono troppo diverse.

Credo però che i dettagli a livello di marca siano specifici del mercato inglese e non generalizzabili. Fatta questa premessa, la maglia nera spetta alla Lindt: il cioccolato è pari solo al 9% del volume occupato dall’intera confezione.

Un’alternativa ecologica (ed economica) alle uova di Pasqua di cioccolato può essere costituita da uova sode, colorate in casa con tinture vegetali fai-da-te a base di prodotti commestibili e naturali: ho scoperto qualcosa di nuovo rispetto alla ricetta dell’anno scorso.

Si tratta di preparare innanzitutto una tintura portando ad ebollizione una quantità d’acqua sufficiente a coprire 4-6 uova insieme ad uno degli ingredienti che vi elenco sotto. Poi lasciare raffreddale, filtrare e immergervi le uova già sode per mezz’ora.

La tintura per uova arancione si ottiene con due cucchiai da tavola di paprika.

Uova blu: mezza tazza di mirtilli (trovarli, in questa stagione!).

Uova rosa: una tazza di barbabietole tritate.

Uova verdi: una tazza di mirtilli e due cucchiai da tavola di curcuma.

Ho trovato anche un’altra ricetta per uova colorate: bisogna avvolgere le uova in ritagli di stoffa di seta (rigorosamente seta: vecchie cravatte, ad esempio), poi avvolgerle di nuovo in un canovaccio (così si impedisce che i colori stingano uno sull’altro) ed infine bollirle per 20 minuti.

Ho solo il dubbio che le tinture chimiche, in quest’ultimo caso, penetrino attraverso il guscio, che è poroso. E poi non so se un uovo è ancora mangiabile dopo 20 minuti di lessatura. Se tentate l’esperimento, fatemi sapere.

Su Eco delle Città gli imballaggi delle uova di Pasqua in poliaccoppiato

Sull’Independent gli imballaggi occupano il 60% del volume delle uova di Pasqua

Su Eco delle Città gli imballaggi non riciclabili delle uova di Pasqua

Su Eco delle Città le uova “nUovo Mondo”

Da Eco Child’s Play uova di Pasqua preparate in casa e colorate con tinture vegetali fai-da-te

Da Crafting Green World uova di Pasqua colorate in casa con ritagli di seta

Foto Flickr

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