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Obama e la geoingegneria. Gli Usa utilizzeranno la tecnologia per modificare artificialmente il clima?

10 aprile 2009 0 commenti

obamaA Obama piace (ahimè) la geoingegneria, cioè il tentativo di utilizzare la tecnologia per modificare artificialmente il clima e contrastare il riscaldamento globale.

O meglio, la geoingegneria piace a John Holdren, consigliere scientifico di Obama. In un’intervista ad Associated Press ha detto che il riscaldamento globale è ormai un problema drammatico, e che non bisogna scartare a priori nessuna via per contrastarlo. Geoingegneria compresa.

Secondo Holdren, la Terra sta correndo verso i mutamenti climatici come un’auto coi freni rotti che si dirige verso una rupe nella nebbia. La situazione, in sostanza, è disperata, o rischia da un momento all’altro di diventarlo.

Sostiene che non non possiamo permetterci il lusso di trascurare alcuna possibilità. E quindi la geoingegneria viene per lo meno presa in considerazione dall’amministrazione Usa.

Non solo da quella, peraltro. Tanto per fare un esempio, l’inglese Royal Society l’estate scorsa ha dedicato alla geoingegneria un intero numero del suo bollettino, mentre la Germania ha condotto un esperimento nell’Oceano Antartico. E’ finito in modo inglorioso e imprevisto.

Holdren, nell’intervista rilasciata all’Associated Press, ha fatto cenno a due idee. Due carte estreme, da giocare solo in caso disperato. Usare alberi artificiali e diffondere nell’atmosfera particelle di zolfo che, come le ceneri dei vulcani, respingano i raggi solari.

Il problema sono gli effetti collaterali e i risultati imprevisti: l’esperimento tedesco insegna.

Da Associated Press Obama e la geoingegneria. Gli Usa utilizzeranno la tecnologia per modificare artificialmente il clima?

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