La “ricerca scientifica” del Giappone ha ucciso quest’anno 680 balene, 220 in meno del previsto
Ha avuto successo l’azione dell’associazione Sea Shephed contro la flotta baleniera giapponese. Un’azione anche fin troppo diretta, se volete.
Fatto sta che la sedicente ricerca scientifica giapponese quest’anno ha dovuto accontentarsi di uccidere 680 balene. Si era attribuita il diritto di ucciderne 900. In Giappone la carne di balena proveniente dalla ricerca scientifica finisce in negozi e ristoranti, lo sapete. I dettagli.
La flotta baleniera giapponese si era assegnata una “quota” di 850 balenottere minori e di 50 balenottere comuni. In totale 900 esemplari. Ne ha uccisi rispettivamente 679 e uno solo, cioè 220 animali in meno del previsto.
I giapponesi attribuiscono questo insuccesso al cattivo tempo e all’azione appunto dell’associazione Sea Shepherd, che ha mandato una nave all’inseguimento della flotta baleniera.
La nave della Sea Shepherd e i giapponesi si sono speronati due volte. Gli uomini di Sea Shepherd hanno bersagliato i giapponesi col lancio di sostanze puzzolenti a base di burro rancido (un odore terribile). Sono stati innaffiati da “cannoni ad acqua” e presi di mira dal lancio di palle di metallo. Due feriti.
Sostengono inoltre che i giapponesi avevano “armi acustiche” ad ultrasuoni in grado di causare nausea e disorientamento.
L’anno scorso alla flotta baleniera giapponese era andata ancor peggio. Solo 551 animali uccisi a fronte di una “quota” di quasi mille esemplari da immolare alla “ricerca scientifica”.
Però nel 2008 non c’era solo la Sea Shepherd ad ostacolare la mattanza. Greenpeace aveva mandato la sua nave Esperanza, che perseguiva una diversa “filosofia” di azione: usare contro i balenieri tutti i mezzi pacifici, e non semplicemente tutti i mezzi.
Su Reuters la “ricerca scientifica” del Giappone ha ucciso quest’anno 680 balene, 220 in meno del previsto
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