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Inaugurato a Torino il primo “Negozio leggero”, vende solo prodotti sfusi e alla spina

18 aprile 2009 0 commenti

negozio leggeroIl problema dei rifiuti si risolve evitando di produrre rifiuti: e oggi sono andata all’inaugurazione del primo “Negozio leggero”, che vende esclusivamente prodotti sfusi, alla spina e senza imballaggi.

E’ in via Napione 37 a Torino. Ci sono detergenti e detersivi, vino, alimentari non deperibili (dalla pasta ai legumi e alle caramelle), cosmetici, prodotti per la cura del corpo: tutto rigorosamente sfuso, qualcosa anche a chilometri zero.

Ci guadagna il portafoglio (dopo vi do qualche indicazione sui prezzi), ci guadagna l’ambiente: non viene sprecata energia per produrre imballaggi inutili; non c’è bisogno di raccogliere e smaltire immondizia. Venite, entriamo nel “Negozio leggero”.

negozio leggeroIl “Negozio leggero” di via Napione 37 a Torino nasce dal lavoro di Ecologos, un ente di ricerca sull’ambiente (ha seguito fra l’altro i progetti per i detersivi alla spina della Regione Piemonte e per i pannolini lavabili di Perugia) e della cooperativa Rinova.

“Dietro c’è tutto uno studio che ci ha impegnati per molto tempo - mi ha spiegato Cinzia Vaccaneo, presidente di Ecologos - Vendere prodotti sfusi non è semplice ed implica il rispetto di una serie di norme igieniche“. In effetti, confezioni ed imballaggi avrebbero proprio lo scopo di garantire i consumatori da questo punto di vista.

I mobili sono ideati e brevettati dalla cooperativa Rinova. Ci sono, in due locali distinti ma comunicanti, gli erogatori di vino e di detersivi alla spina: si arriva con la bottiglia (la prima volta si acquista, se non la si possiede già) e la si riempie.

negozio leggeroL’altra merce è in contenitori trasparenti “a pozzetto” agganciati a scaffali o immersi in tavolini. Con una paletta i commessi prelevano ciò che il cliente chiede, nell’esatta quantità che gli serve, e lo infilano in un sacchettino di carta.

L’assortimento, oltre a vini e detersivi, comprende legumi, cereali, spezie, prodotti per la prima colazione, pasta, riso. E poi saponi (in scaglie o venduti “a taglio”), lavanoci, sapone da barba sfuso, testine degli spazzolini da denti, ceretta per la depilazione, ombretti e ciprie disimballate.

C’è anche il detersivo in tavolette per lavastoviglie. “Alla lavastoviglie siamo contrari, ma tante persone la possiedono - mi ha spiegato Cinzia Vaccaneo - Le tavolette sono vendute sfuse, ciascuna avviluppata soltanto in una pellicola che è obbligatoria per legge”.

Una parte dei detersivi alla spina è anche “a chilometri zero”. Arriva da San Mauro, alle porte di Torino. E “a chilometri zero” si possono considerare anche i vini, ad esempio: tutti piemontesi.

negozio leggeroUn’occhiata ai prezzi, come vi dicevo. I detersivi, innanzitutto. Ce ne sono di quattro tipi. Il “primo prezzo” (piatti 0,55 euro; bucato 0,80; ammorbidente 0,45; pavimenti 1). Gli “Ecogoccia” a basso impatto ambientale sono un po’ più cari (al massimo 1,30 il detersivo da bucato); con qualche centesimo in più c’è la versione a basso impatto ambientale e con olio di canapa, che funge da emolliente: arriva a un massimo di 1,45 al litro.

I prezzi dei detersivi “a chilometri zero”: piatti 1,10 euro; bucato 2,30; ammorbidente 1,10; multiuso (per pavimenti, ad esempio) 0,90.

Qualche esempio dei prezzi degli alimentari. Vastissimo l’assortimento di legumi secchi, tutti attorno ai 20 centesimi l’etto: fagioli, soia, lenticchie, ceci, piselli spezzati… Diverse varietà di caramelle morbide, da 0,92 a 1,85 l’etto; pasta e pastina in vari formati, 1,40 al chilo.

Ci sono vini Doc (ad esempio il Nebbiolo delle Langhe, 3,50 euro al litro) e non: con 1,90 si porta a casa un Barbera del Piemonte da tavola. Il prezzo più alto che ho visto è quello dell’Arneis-Favorita, 3,60.

Il “Negozio leggero”, nelle intenzioni, è il primo di una catena in franchising. Non solo annulla gli imballaggi dei prodotti venduti ai clienti, ma è congegnato in modo da ridurre al minimo gli involucri della merce in arrivo.

Almeno il Comune di Torino vi fa lo sconto sulla bolletta dell’immondizia?, ho chiesto a Cinzia Vaccaneo. “No - mi ha risposto - Ma la chiederemo”.

Ecologos

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