Tornare alle abitudini alimentari degli Anni 70 e diventare più magri per salvare il pianeta
Negli Anni 70 si stava poi così male? All’epoca avevo l’età della ragione (anche se non quella dell’indipendenza), e la domanda mi frulla in testa da quando le Bbc News, ieri, hanno esortato a tornare alle abitudini alimentari degli Anni 70 per salvare il pianeta.
Allora la popolazione era più magra, è il succo della faccenda. Consumava meno cibo, e meno carburante per spostarsi. Hanno fatto i calcoli: se avessimo mantenuto le abitudini di quarant’anni fa peseremmo molto meno sul pianeta. Ma come si viveva, come si mangiava negli Anni 70?
Lo studio sul legame fra popolazione sovrappeso e inquinamento è apparso sull’International Journal of Epidemiology. Si riferisce alla situazione in Gran Bretagna, che però mi sembra indicativa per tutto l’Occidente.
Negli Anni 70, dice lo studio, solo il 3,5% della popolazione era obesa. Ora il 40%. Si consuma il 19% di cibo in più rispetto ad allora, e più carburante per gli spostamenti. Con conseguente aumento dell’anidride carbonica, il gas dell’effetto serra immesso nell’atmosfera.
Una persona grassa è responsabile di circa una tonnellata di emissioni all’anno in più rispetto a una persona magra. Un miliardo di persone sovrappeso nel mondo fa un miliardo di tonnellate di anidride carbonica.
Donde l’invito: tornare a mangiare come negli Anni 70, e conservarsi magri come allora. Per quel che ricordo io, la differenza principale era che tutto il cibo veniva preparato in casa. Niente precotti, niente piatti pronti da infilare nel forno o nel microonde. Tutti procedimenti industriali e inquinanti risparmiati.
Niente surgelati, o quasi, allora. Mia madre diceva che non sapevano di niente. La sua diffidenza fu vinta solo dagli spinaci in busta e dalle confezioni di pesce. Erano già puliti, con la possibilità di evitare un lavoro che detestava. Ma forse questa capitolazione si verificò solo all’inizio degli Anni 80.
Sempre per quel che ricordo io, si mangiava più carne. La fettina nel piatto a pranzo e a cena non me la evitava nessuno. Serviva per la crescita, dicevano. Ora mi pare che chi mangia la carne ne faccia un uso un po’ minore.
E poi un’altra cosa. Negli Anni 70 il cibo era molto più locale e stagionale: altra occasione di inquinamento evitata. Non si vedevano nei negozi le fragole a Natale. Il kiwi era assolutamente sconosciuto. Le cosiddette primizie, ortaggi di serra maturati prima del dovuto, a casa mia erano evitati come la peste. Non hanno gusto, si diceva.
No, negli Anni 70 non si stava affatto male. E si mangiava molto bene (almeno per quel che ricordo io), cibo sano e saporito. O forse è la nostalgia del passato che fa più belle le cose. Si potrebbe davvero tornare a quello stile di vita.
Però in ogni casa ci vorrebbe una persona disposta a trascorrere molto tempo in cucina. Al pianeta servono cuochi, in ultima analisi. C’è qualcuno che lo vuole accontentare?
Sulle Bbc News tornare alle abitudini alimentari degli Anni 70 e diventare più magri per salvare il pianeta
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