Per salvare gli stock ittici bisognerebbe smettere di pescare per vent’anni nel 30% degli oceani
Chiudere alla pesca per vent’anni il 30% dei mari di tutto il mondo. Solo così gli stock ittici sovrasfruttati potranno riprendersi, solo così sarà possibile pescare non solo oggi ma anche domani.
La proposta viene da un docente universitario inglese, Callum Roberts. Solo pochi giorni fa la Commissione Europea ha riconosciuto che l’88% degli stock ittici europei è sovrasfruttato, contro una media globale del 25%.
Sempre nei mari europei, e sempre secondo la Commissione Europea, il 30% degli stock ittici sono sfruttati al di là del limite della sicurezza biologica.
Però, a fronte di questa drammatica situazione, la Commissione Europea si è sostanzialmente limitata alla diagnosi: ci sono troppi pescherecci e si cattura troppo pesce.
Ha consigliato di affrontare la situazione con qualche pannicello caldo tipo la diminuzione delle catture e l’abolizione dei sussidi ai pescatori.
Prova invece ad abbozzare una strategia di cura Callum Roberts, docente all’Università di York: secondo lui è necessario appunto chiudere alla pesca per vent’anni un terzo dei mari di tutto il mondo, così da dare agli stock ittici il tempo per riprendersi.
La sua proposta, dice, deriva dall’esame di cento pubblicazioni scientifiche relative all’entità dell’alleggerimento del prelievo ittico che sarebbe necessario per poter pescare non solo oggi ma anche domani.
Tutte, dice Roberts, vanno nella stessa direzione: chiudere alla pesca il 20-40% dei mari. La portata di questo suggerimento draconiano credo che da sola renda benissimo l’idea di quanto possa essere grave la situazione attuale.
Sul Guardian per salvare gli stock ittici bisognerebbe smettere di pescare per vent’anni nel 30% degli oceani
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