Home » » blogeko »

Fu un errore cercare di liberare Keiko, l’orca protagonista del film Free Willy

5 maggio 2009 0 commenti

orcaAvete presente Keiko, l’orca protagonista del film Free Willy? Ebbene, cercare di liberarla fu un errore.

Lo scrive Malene Simon su Marine Mammal Science. Fa parte del Greenland Institute of Natural Resources e lavorò ai tentativi per riabituare Keiko alla vita selvatica. Tentativi falliti, lo ricorderete: l’orca morì in un fiordo norvegese nel 2003.

Il film Free Willy raccontava l’amicizia fra un’orca tenuta in cattività e un ragazzino, e i suoi tentativi per liberarla. L’orca Keiko, la protagonista (anzi: il protagonista, era un maschio), 5 tonnellate per 5 metri di lunghezza, era stata catturata nel 1979 al largo dell’Islanda, quando aveva due anni.

Dopo aver trascorso tanti anni un un parco acquatico in Messico, Keiko fu scelta per interpretare il ruolo di Willy nel 1993. Sull’onda del successo del film nacque una campagna per restituirla alla libertà. E così in effetti si tentò di fare.

Keiko ripartì alla volta dei mari islandesi nel 2002. Le fu insegnato a seguire una barca: l’intenzione era quella di condurla in questo modo fra le orche selvagge. L’animale, obbediente, ci provò. Ma non si integrò mai fra i suoi consimili. Tornava sempre indietro, e perdipiù di solito a stomaco totalmente vuoto.

Riuscì comunque a migrare verso la Norvegia, proprio come le orche selvagge. Però elesse un fiordo a sua dimora e continuò a cercare la compagnia delle barche e degli uomini, cui tuttavia era proibito avvicinarla per incentivarla a scegliere la compagnia dei suoi consimili. Nel fiordo l’orca Keiko morì di polmonite nel dicembre 2003.

La fallita liberazione di Keiko costò circa 20 milioni di dollari. E ora una ricercatrice che partecipò all’impresa dice che fu un errore. Che quei tentativi in sostanza piacquero a noi uomini: non certo a Keiko.

Su Marine Mammal Science, Malene Simon scrive che l’orca Keiko non era certo il candidato ideale a un programma di restituzione alla natura. Era stata catturata troppo giovane, era rimasta per troppo tempo in cattività, non aveva avuto contatti con i conspecifici ma aveva invece avuto intensi e prolungati contatti con gli uomini.

In un’intervista al New Scientist, Malene Simon dice che per fare un piacere a Keiko, invece che insistere ad allenarla per una faticosa ed improbabile libertà, bisognava costruirle un ampio e aperto recinto in Norvegia, senza privarla nè del cibo nè del contatto con gli uomini.

In effetti, l’avevamo abituata noi a vivere così, fra carezze e razioni di pesce. Fu una violenza catturare Keiko nel 1979; fu un’altra violenza provare a spingerla, volente o nolente, verso una libertà per la quale non era assolutamente attrezzata. Le cose si possono guardare anche in questa prospettiva. E forse è proprio la migliore.

Sul New Scientist fu un errore cercare di liberare Keiko, l’orca protagonista del film Free Will

L’articolo su Marine Mammal Science: fu un errore cercare di liberare l’orca Keiko

Foto Flickr

Condividi: Digg del.icio.us Facebook Google OKnotizie Technorati Wikio