Expo Milano 2015. L’appello per cambiare strada all’insegna della sostenibilità
Milano, con l’Expo 2015 non cascarci anche tu. Te lo chiede una che vede le opere olimpiche di Torino 2006 sottoutilizzate e già in malora. Opere che sono costate soldi ai contribuenti e che hanno consumato territorio.
Faccio mio l’appello “Per una Expo diffusa: città sostenibile dopo la crisi”, che chiede di cambiare strada imboccata per la progettazione.
Il tema dell’esposizione 2015 sarà “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Vogliamo mica nutrirlo di cemento, ’sto povero pianeta?
L’Expo occuperà una superficie di circa due milioni di metri quadrati, in parte a Milano e in parte nel territorio di Pero e Rho. Costerà miliardate di soldi pubblici, porterà con sè strutture e infrastrutture faraoniche.
Ci guadagnerà chi le costruirà. Guadagneranno quattro soldi anche muratori e manovali vari: e poi? Finito l’Expo, tutta quella roba resterà lì. Un inutile monumento al cemento armato spalmato su un paio di milioni di metri quadrati.
L’appello di Battisti e Deganello chiede piuttosto di evitare un nuovo insediamento: un assurdo luna park, lo definiscono. Di usare per l’Expo edifici già esistenti, opportunamente ristrutturati nell’ottica della eco sostenibilità.
Citano i padiglioni della fiera di Rho-Pero, il monumentale hangar di viale Sarca, i capannoni dell’ex Ansaldo, il nuovo velodromo Vigorelli, i musei e le sedi espositive di cui la città è dotata…
Suggeriscono di adibire il Parco Agricolo Milano Sud e le sue cascine, da restaurare per l’occasione, per l’ospitalità ai visitatori. Di sfruttare l’occasione per recuperare all’insegna dell’efficienza energetica i 90.000 appartamenti sfitti di Milano e i 300.000 metri quadrati del suo terziario inutilizzato.
Un’altra Expo è possibile, insomma. Coraggio Milano, cerca di far meglio rispetto a Torino…
Il sito di Expo Milano 2015
L’appello “Per una Expo diffusa: città sostenibile dopo la crisi”
Da Eddyburg Un’altra Expo Milano 2015 è possibile
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