I cambiamenti climatici si fanno sentire anche sull’Everest e rendono più difficile la scalata
Lo sherpa Apa ce l’ha fatta. E’ appena tornato a valle dopo aver raggiunto per la diciannovesima volta la cima dell’Everest: un record mondiale.
Ma questa sua ultima scalata aveva un significato molto particolare. Portare in vetta un messaggio che invita a fermare i cambiamenti climatici, riportare a valle l’immondizia lasciata dalle spedizioni, raccontare al mondo che i cambiamenti climatici rendono più difficile la scalata dell’Everest. Infatti…
Lo sherpa Apa, che ha 49 anni, ha cominciato a salire sull’Everest nel 1990, al seguito delle spedizioni occidentali. Dopo questa scalata, ha raccontato a Reuters che arrampicarsi sull’Everest è ogni volta più duro.
I ghiacciai himalayani si ritirano, ha confermato, ed ormai si incontrano durante l’ascensione tratti di nuda roccia: è molto difficile percorrerli con gli scarponi dotati degli indispensabili ramponi da ghiaccio.
Lo sherpa Apa ha portato con sè in cima lo striscione “Fermiamo i cambiamenti climatici, lasciamo vivere l’Himalaya” con il logo del Wwf e un recipiente contenente offerte rituali per ripristinare la sacralità del luogo (gli sherpa considerano sacra la cima dell’Everest) sconvolto dai cambiamenti climatici.
Soprattutto, lo sherpa Apa e i suoi accompagnatori hanno riportato a valle oltre cinque tonnellate di immondizia. Vecchie tende, corde, contenitori: insomma, un campionario di ciò che si può lasciare dietro di se in base alle abitudini di vita occidentali.
Su Reuters i cambiamenti climatici si fanno sentire anche sull’Everest e rendono più difficile la scalata
Foto Wwf