I reattori Epr che l’Italia vuol realizzare non sono più facili da costruire nè più sicuri di quelli vecchi
Avete presente i reattori nucleari Epr oggetto dell’accordo Italia-Francia? Non ci sono solo problemi di sicurezza e scorie 7 volte più radioattive rispetto a quelle delle altre centrali nucleari.
C’è anche la faccenda dei conti: e il New York Times si è messo appunto a fare due conti, senza tralasciare il resto. Cifre sconfortanti. Vorrei proprio sapere come faranno le bollette dell’elettricità a scendere grazie all’energia nucleare.
E non solo. La conclusione del New York Times è che i reattori di ultima generazione come l’Epr non sono nè più facili da costruire nè più sicuri di quelli vecchi.
Il New York Times parte dal reattore Epr che la francese Areva sta costruendo a Olkiluoto, in Finlandia: il più potente mai progettato, con un design modulare che lo renderebbe facilmente replicabile ovunque.
Approvato nel 2001, doveva entrare in funzione quest’estate. Ebbene, nessuno si azzarda più a fare previsioni su quando sarà ultimato. Nel frattempo secondo Areva il costo è salito a 6 miliardi di euro: il 50% in più rispetto alla cifra inizialmente prevista.
La Finlandia non è d’accordo. Le due parti si sono affidate ad un arbitrato. In ballo ci sono anche reciproche richieste di danni.
Tutto ciò in Finlandia. Ve lo vedete un cantiere così rognoso in Italia, nell’Italia dei costi che salgono alle stelle anche quando si tratta di costruire una scuola o un ospedale?
Comunque il nocciolo dei problemi è che Areva, secondo la Finlandia, non riesce a progettare un soddisfacente sistema di controllo e sicurezza, il “cuore” del reattore.
Attorno al cantiere di Olkiluoto, scrive il New York Times, si avvicendano in turni ininterrotti circa 10.000 lavoratori stranieri (secondo voi nei cantieri italiani, se davvero apriranno, lavorerà manodopera italiana?), e anche la babele linguistica è causa di difficoltà.
Il New York Times conclude che questi reattori nucleari di ultima generazione non sono nè più facili da costruire nè più sicuri di quelli vecchio tipo, che hanno generato mostri come Chernobyl e Three Mile Island.
Eppure la Francia nucleare, dice sempre il New York Times, cerca di piazzarli in giro per il mondo, dato che il mercato interno, con 58 reattori, è saturo.
L’Italia ha abboccato. L’espressione è mia: il New York Times neppure cita l’Italia. Si limita a dire che nonostante il gran parlare di rinascita nucleare solo pochi Paesi - Cina, Russia, India - davvero si affidano al nucleare.
In tutto il mondo negli ultimi anni si è decisa la costruzione di 45 centrali nucleari, non sufficienti peraltro a rimpiazzare quelle che cessano di funzionare perchè troppo vecchie. Però 22 di questi progetti sono in ritardo. Di 12 non si è neppure deciso l’effettivo avvio.
I reattori di nuove generazione non sono nè più facili da costruire nè più sicuri di quelli vecchi. Però l’Italia, ahimè, ha abboccato.
Sul New York Times i reattori Epr non sono più facili da costruire nè più sicuri di quelli vecchi
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