Stati Uniti, tira e molla attorno alla prima legge che impone tagli alle emissioni di gas serra
Cominciano ad emergere i particolari a proposito della legge sul clima e sul taglio delle emissioni di anidride carbonica, il principale gas serra, che è in gestazione negli Stati Uniti.
La legge, frutto dell’era Obama, rappresenta una svolta storica, soprattutto dopo la disastrosa eredità ambientale di Bush.
Sono in atto tira e molla a proposito dell’entità dei tagli alle emissioni di gas serra, e all’eventualità di agganciare a questa legge un bel fritto misto di altri provvedimenti.
Il quadro generale prevede, almeno a quanto è dato di sapere finora, che fabbriche, raffinerie e centrali per la produzione di energia elettrica diminuiscano dell’80% circa entro il 2050 le emissioni di anidride carbonica.
Ma fino al 2050, campa cavallo! La disputa, ovviamente, si accende attorno a scadenze più immediate. E a quel che è dato di vedere, la montagna potrebbe anche partorire un topolino.
Il piano, nella formulazione attuale, prevede tagli alle emissioni del 17% entro il 2020. I democratici moderati vorrebbero abbassare i tagli al 14%.
Ancora, i democratici provenienti dagli Stati a più alta vocazione agricola minacciano di non approvare la legge se non conterrà misure a favore del biocarburante, l’etanolo ricavato dal mais che secondo me rappresenta un’autentica sciagura sia per l’ambiente sia per il genere umano.
Poi fervono le dispute a proposito dell’eventualità di aggiungere o meno alla legge provvedimenti relativi alle concessioni petrolifere: da rendere più care e più brevi oppure (a seconda dei punti di vista) da estendere anche offshore.
Su Reuters Stati Uniti, tira e molla attorno alla prima legge che impone tagli alle emissioni di gas serra
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