Deforestazione in Amazzonia, la World Bank ritira prestiti ad un gigante dell’allevamento di bestiame
La buona notizia è che la World Bank ha ritirato prestiti per 90 milioni di dollari concessi a Bertin, uno dei colossi brasiliani del bestiame che contribuiscono alla distruzione dell’Amazzonia.
Il fatto segue di poche settimane la presentazione del dossier “Amazzonia che macello” nel quale Greenpeace individuava i marchi che commercializzano bestiame allevato distruggendo la foresta.
Però, a ben pensarci, questa buona notizia in fondo in fondo ne contiene una cattiva.
La cattiva notizia, anzi lo scandalo come osserva Greenpeace, è che la World Bank finanziasse una compagnia legata alla distruzione della foresta amazzonica.
Per la precisione, ha ritirato il prestito a Bertin l’Ifc, International Finance Corporation, ovvero il braccio operativo della World Bank in materia di prestiti.
I 90 milioni che il colosso della carne Bertin ha perso sono formati da due “pacchetti”, uno da 60 e uno da 30 milioni di collari.
I 60 milioni erano già stati concessi: e ora Bertin dovrà restituirli prima del previsto. I 30 milioni erano solo promessi, e ora svaniscono.
E comunque non è certo la prima volta che la World Bank ha un ruolo nella sparizione della foresta amazzonica. Già gli Amici della Terra, oltre un anno e mezzo fa, avevano messo in rilievo i suoi finanziamenti alle compagnie che allevano bestiame a spese della foresta.
Ancora la World Bank era stata accusata di aver incoraggiato la deforestazione del Congo, calpestando i diritti dei pigmei che abitano nelle foreste.
Da Greenpeace International deforestazione in Amazzonia, la World Bank ritira prestiti ad un gigante dell’allevamento di bestiame
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