Home » » Agricoltura, blogeko »

Risalgono di nuovo i prezzi delle derrate. Verso un’altra crisi alimentare?

18 giugno 2009 0 commenti

campo di granoRicordate le preoccupazioni per la crisi alimentare dell’anno scorso, quando i prezzi delle derrate alimentari schizzavano all’insù insieme a quello del petrolio?

Ecco, il Financial Times - l’autorevole Financial Times, non un catastrofista da strapazzo - dice che è ora di preoccuparsi di nuovo, almeno un po’. I prezzi sono in ascesa, anche se lontani dalle vette 2008, ma soprattutto la speculazione finanziaria sta tornando ad occuparsi delle derrate alimentari e i prossimi raccolti si annunciano scarsi.

Senza dimenticare che, secondo la Fao, nel mondo 850 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare. I dettagli.

Il Financial Times constata che i prezzi delle derrate alimentari, dopo il crollo dell’autunno scorso, sono tornati alla chetichella a prezzi mai visti prima dell’inizio della crisi alimentare 2007-08.

Soia, mais e grano sono aumentati del 50% rispetto ai minimi toccati in dicembre. La Fao, l’Organizzazione mondiale per l’agricoltura e l’alimentazione, dice che non c’è motivo per allarmarsi.

Tuttavia, nota il Financial Times, gli analisti privati sono meno tranquilli. L’attenzione maggiore è puntata sulla soia, fondamentale non tanto (non solo) per l’alimentazione umana ma per l’allevamento del bestiame: i cinesi la stanno comprando in quantità. Contemporaneamente il raccolto di soia è stato pessimo in Argentina, il terzo maggiore esportatore mondiale.

Il prezzo della soia è tornato ai livelli dell’aprile scorso: il 50% in più rispetto ai minimi toccati nel dicembre 2008.

Inoltre gli esperti, nota il Financial Times, si aspettano dalla stagione agraria 2009-10 raccolti di granaglie inferiori del 4% circa rispetto all’anno scorso: le semine autunnali sono state effettuate in un periodo di crollo dei prezzi che faceva temere agli agricoltori magri introiti e gli agricoltori devono sempre fare i conti gli alti prezzi di pesticidi e concimi agricoli.

Contemporaneamente la produzione in Paesi importanti come Ucraina e Brasile sarà bassa perchè, per via della crisi finanziaria, gli agricoltori non hanno accesso al credito.

Non ci sarà da preoccuparsi: forse non ancora. Ma ormai mi sembra che avere il piatto pieno non sia più così scontato. In base ad un articolo pubblicato sul prestigioso Scientific American, proprio la penuria di cibo potrebbe far crollare la nostra civiltà.

Secondo l’Unep, il programma per l’ambiente delle Nazioni Unite, la produzione di cibo si ridurrà di un quarto entro il 2050. Ma sempre secondo l’Unep non è il caso di disperarsi: l’agricoltura biologica ci potrà salvare.

Dal Financial Times risalgono di nuovo i prezzi delle derrate. Verso un’altra crisi alimentare?

Foto Flickr

Condividi: Digg del.icio.us Facebook Google OKnotizie Technorati Wikio