Salvano l’ozono ma aumentano l’effetto serra. Uno studio sui gas HFC usati nei condizionatori
Le misure finora prese per rattoppare il buco nell’ozono possono far aumentare l’effetto serra. Sembra la lotta con la coperta troppo corta che lascia scoperti o i piedi o le spalle.
In Olanda è stato pubblicato uno studio sul contributo dato al riscaldamento del pianeta dagli idrofluorocarburi o HFC, utilizzati negli impianti di condizionamento in sostituzione dei CFC o clorofluorocarburi che causano l’assottigliamento dello strato protettivo di ozono nella stratosfera.
Se i CFC non fossero stati messi al bando dal protocollo di Montreal i danni allo strato protettivo di ozono stratosferico sarebbero stati ormai evidenti e drammatici.
Tuttavia c’è anche il rovescio della medaglia. Gli impianti di refrigerazione e di condizionamento rilasciano nell’aria gli HFC. La perdita è stimata nell’ordine del 30% l’anno.
Una tonnellata di HFC23, usato negli impianti di refrigerazione al posto del CFC, ha un effetto serra pari a 14.800 tonnellate di anidride carbonica. Una tonnellata di HFC-134a, ampiamente usato negli impianti di condizionamento dei veicoli, equivale a 1.430 tonnellate di anidride carbonica.
Per ora il contributo degli HFC all’effetto serra è modesto. Tuttavia uno studio della Netherlands Environmental Assessment Agency sostiene che esso nel 2050 potrà arrivare al 19% del totale, dal momento che la domanda di HFC dovrebbe aumentare nello stesso lasso di tempo dell’800%.
L’effetto serra causato dagli HFC sembra la vecchia storia della coperta troppo corta, dicevo. Tuttavia non considero questo un autogol ambientalista.
Se avessimo continuato ad usare i CFC lo strato di ozono sarebbe ormai gravemente compromesso. Però noi umani siamo proprio come elefanti in una cristalleria rispetto a questo nostro fragile pianeta…
Dal Times salvano l’ozono ma aumentano l’effetto serra. Uno studio sui gas HFC usati nei condizionatori
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