G8 e clima. Lettera aperta degli scienziati ai grandi della Terra
A L’Aquila sta iniziando il G8. Si moltiplicano le pressioni sui grandi della Terra affinchè, una volta buona, decidano drastici tagli alle emissioni di anidride carbonica, il gas dell’effetto serra.
Gli scienziati dell’European Climate Foundation hanno pubblicato una lettera aperta chiedendo di far sì che le emissioni comincino a scendere almeno dal 2020.
Stamattina circa 100 attivisti di Greenpeace hanno occupato quattro centrali a carbone italiane. Il carbone, fra i combustibili fossili, è quello che produce più gas serra.
Queste pressioni si aggiungono alla lettera sul clima che Nicholas Stern, il “banchiere illuminato”, ha inviato al Governo italiano.
Un anno fa i G8 riuniti in Giappone avevano promesso di dimezzare entro il 2050 le emissioni di gas serra. Campa cavallo, anche perchè non avevano detto una parola sulle tappe intermedie. Pura aria fritta.
Ma erano i tempi di Bush, il cow boy del clima. Nel frattempo è arrivata la svolta verde di Obama: pur se annacquata, è comunque un fatto di portata enorme.
All’amico George e alle sue posizioni è però rimasto affezionato Berlusconi: per lui occuparsi di effetto serra è roba futile, roba da parrucchieri. Anzi, la sua maggioranza ha approvato al Senato una mozione che nega addirittura l’esistenza dell’effetto serra.
Gli scienziati vedono le cose in un modo un po’ diverso. Gli studiosi dell”European Climate Foundation chiedono ai G8 di prendere atto che la temperatura media del pianeta è aumentata di 0,8 gradi rispetto a prima della Rivoluzione Industriale e dell’uso dei combustibili fossili, responsabili dell’emissione nell’atmosfera dell’anidride carbonica, il gas dell’effetto serra.
Palmare ed evidente, direi. Chiedono anche di prendere atto di come il clima è cambiato. Altrettanto palmare: per accorgersene basta anche solo aver collezionato una ventina di primavere.
Dicono poi che, se si continua così, per la fine del secolo si prevede che la temperatura aumenti di due gradi. Con le conseguenze (loro dicono “molto rischiose e irreversibili”) che ben si possono immaginare.
Chiedono quindi ai grandi della Terra di accordarsi affinchè le emissioni di gas serra cessino di aumentare entro il 2020, e si dimezzino entro il 2050. Chiedono anche ai Paesi sviluppati - ai G8, appunto - di fare di più, e di ridurre entro il 2050 le loro emissioni dell’80% rispetto ai livelli del 1990. Fissando anche chiare tappe intermedie.
Speriamo solo che Berlusconi, invece di ascoltarli, non li mandi dal parrucchiere. Fra l’altro potrebbe essere la goccia in grado di far traboccare il vaso: l’Italia rischia l’espulsione dal G8. Non solo perchè ormai è l’unica arroccata sulle posizioni del negazionismo climatico, ma probabilmente anche per quello.
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