Modificare artificialmente il clima, uno studio della Royal Socyety. I pro e i contro della geoingegneria
La prestigiosa Royal Society inglese torna alla carica. Giusto un anno fa aveva dedicato un numero intero del suo bollettino alla possibilità di modificare artificialmente in clima per difendere la Terra dal riscaldamento globale causato dalle attività umane. Ora insiste sullo stesso tema.
Ora la Royal Society pubblica un rapporto sulla geoingegneria, ossia sulle tecniche per raffreddare il clima. Per dirla tutta, non mi entusiasmano affatto: sembrano la fiera della fantascienza, e soprattutto nessuno è in grado di dire cosa effettivamente accadrebbe se venissero applicate
La Royal Society in effetti ammette che le tecniche per modificare artificialmente il clima sono potenzialmente pericolose e che possono avere effetti sconosciuti, perfino catastrofici: ma è convinta che questi rischi rappresentino il prezzo da pagare se non si riescono a limitare le emissioni di anidride carbonica, il principale gas dell’effetto serra. Un obiettivo, questo, che sembra decisamente lontano.
Lo studio della Royal Society prende in esame varie possibilità, cercando di definire le potenzialità, i costi e i rischi di ciascuna.
Le tecniche di geoingegneria contemplano cose come: impiantare alberi artificiali che assorbano anidride carbonica dall’atmosfera; riflettere via i raggi del Sole mettendo in orbita degli specchi; riprodurre artificialmente gli effetti rinfrescanti delle grandi eruzioni vulcaniche sparando in aria particelle di zolfo.
E poi ci sono le navi sparanubi: potrebbe rinfrescare il clima anche una flotta di 1500 imbarcazioni in grado di risucchiare l’acqua del mare e mandarla nell’atmosfera sotto forma di nuvole, così da schermare i raggi del sole. Però non si sa come, e quanto, questo espediente modificherebbe la distribuzione delle piogge.
Un esperimento di geoingegneria in piccola scala è già stato tentato: seminare particelle di ferro nell’oceano che circonda l’Antartide, così da indurre una fioritura di alghe per assorbire anidride carbonica dall’atmosfera. Non ha prodotto gli effetti sperati, ed è finito in modo totalmente inglorioso e imprevisto.
Anche nell’entourage di Obama ci sono fautori della geoingegneria. John Holdren, suo consigliere scientifico, ha fatto cenno in un’intervista agli alberi artificiali e allo zolfo nell’atmosfera. Steven Chu, segretario di stato per l’Energia, vorrebbe invece dipingere di bianco tetti e strade per respingere i raggi del sole.
La Royal Society ora chiede più fondi per studiare la geoingegneria in tutti i suoi risvolti: 10 milioni l’anno, ossia 10 volte gli attuali investimenti nel settore.
L’approccio che io preferisco a questo tema, tuttavia, è quello che il Times ha scelto. Mette in risalto il fatto che, in realtà, nessuno è in grado di sapere come andrebbero a finire gli interventi di geoingegneria.
Il rapporto sulla geoingegneria della Royal Society
Il comunicato stampa: secondo la Royal Society potrebbe essere necessario modificare artificialmente il clima
Dal Times la geoingegneria può provocare disastri
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