Google investe in una nuova tecnologia per produrre energia solare a buon mercato
Google, la società del famoso motore di ricerca, sta investendo in una nuova tecnologia per produrre energia elettrica a buon mercato attraverso il solare termodinamico.
Bisognerebbe dirlo urgentemente alla maggioranza di centrodestra: il Parlamento italiano ha approvato una mozione contro il solare termodinamico, sostenendo che è caro e non bisogna consentirgli di sottrarre investimenti a settori ritenuti più promettenti. Tipo il nucleare, per intenderci. Google invece…
Solare termodinamico significa concentrare con grandi specchi i raggi del sole: il calore viene usato per portare a ebollizione un liquido. Il vapore aziona una turbina per produrre energia elettrica.
Ebbene, Google sta sviluppando una soluzione per ridurre ai minimi termini i costi degli impianti solari termodinamici. Il costo dell’energia elettrica scenderebbe da 18 centesimi al Kw-h a poco meno di 5.
Lo scopo verrebbe raggiunto usando una sostanza inconsueta, e non meglio precisata, per realizzare sia la superficie riflettente degli specchi sia il loro supporto. La società spera di poter già effettuare una dimostrazione nel giro di un paio di mesi.
Google da tempo si dà da fare nel settore dell’energia, e più in generale dell’ambiente. Mira a ottenere energia dalle rinnovabili a prezzi inferiori rispetto a quella derivante dall’uso di combustibili fossili. Ha perfino pensato a data center galleggianti alimentati dall’energia delle onde, e ha arruolato un gregge di capre per tenere in ordine a impatto zero il prato aziendale.
Google si dà da fare nel settore delle energie rinnovabili, ma non è esattamente un ente di beneficenza. Se vuole produrre energia elettrica a buon mercato attraverso il solare termodinamico vuol dire che con ogni probabilità ha annusato un affare. Sì, bisognerebbe proprio dirlo ai parlamentari italiani…
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