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Sistema Smart Trash, il riciclaggio dei rifiuti guidato dal microchip inserito in ogni confezione

22 settembre 2009 0 commenti

smart trashSmart Trash è un nuovo sistema per la gestione e il riciclaggio dei rifiuti. Lo stanno studiando negli Stati Uniti.

Consiste nel dotare ogni confezione – o ogni oggetto – di un codice universale di produzione, oppure di un Rifd (in sostanza, un microchip) in grado di “parlare” sia con la pattumiera sia con gli impianti di trattamento dell’immondizia.

I vantaggi? Riciclare tutto il riciclabile, e restituire almeno una parte del valore attraverso uno sconto sulla bolletta dei rifiuti. Anche l’Epa, l’agenzia europea per l’ambiente, si sta interessando a Smart Trash. Io però non riesco ad andare in brodo di giuggiole.

Il sistema Smart Trash nasce dagli studi della Georgia Tech’s School. Il cuore di tutto è il codice universale o il Rifd apposto su ogni oggetto.

La pattumiera è equipaggiata con uno scanner che legge il codice o il Rifd. Prende atto (per così dire…) di ciò che stiamo buttando via e fa apparire il suo valore su un display.

Anche l’impianto di trattamento dei rifiuti legge le informazioni del codice o del Rifd, ed è così in grado di classificare l’immondizia in arrivo.

In questo modo i materiali inquinanti o pericolosi vengono avviati al corretto smaltimento, senza errori o omissioni.

ll materiale riciclabile, grazie alle informazioni del codice o del Rifd, viene invece suddiviso in lotti omogenei e privi di impurità e avviato al recupero. La Georgia Tech’s School si spinge ad immaginare che grazie alle informazioni fornite dai Rifd possano essere organizzate le aste di vendita, e che ancora i Rifd calcolino la percentuale di restituire attraverso la tassa rifiuti,

Inoltre il Rifd potrebbe tornare utile in caso di emergenze, aggiunge la Georgia Tech’s School: se si scopre che una partita è contaminata o pericolosa, diventa facile localizzare ogni prodotto.

L’altra faccia della medaglia – ma questo la Georgia Tech’s School non lo dice – è che sarebbe teoricamente possibile sapere quali e quanti prodotti muniti di Rifd tengo in casa mia.

La Georgia Tech’s School non ha fornito indicazioni sui costi di Smart Trash. E’ vero che i consumatori intascherebbero qualcosa grazie al riciclaggio di ciò che gettano via, ma è anche vero che applicare un Rifd ad ogni confezione rappresenterebbe un costo: e a pagarlo sarebbero proprio i consumatori.

Il sistema, ritengo, potrebbe dare buoni frutti se applicato ad esempio agli apparecchi elettronici: sono beni che hanno un certo valore come “materie seconde”, che non si acquistano tutti i giorni e che troppo spesso non vengono riciclati come si deve.

Per tutto il resto, dal flacone di shampo alla lattina, resto della mia idea. Il problema dei rifiuti si risolve eliminando i rifiuti. Gli imballaggi nuocciono all’ambiente e ai consumatori, e anche il riciclaggio richiede consumo di energia e lavorazioni inquinanti. Preferisco il vuoto a rendere, i prodotti sfusi e alla spina.

Dal sito della Georgia Tech’s School Sistema Smart Trash, il riciclaggio dei rifiuti guidato dal microchip inserito in ogni confezione. Dal sito è tratta anche la foto

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