Appello del Wwf Lazio per il fiume Melfa, un’area protetta soffocata dai rifiuti
Riempireste di rifiuti il paradiso? No, certo. Ma qualcuno lo fa. Il Wwf Lazio ha lanciato un appello per il fiume Melfa, una zona protetta e appunto un piccolo paradiso.
Pneumatici, elettrodomestici fuori uso, macerie edili, perfino rifiuti tossici. Nelle gole del Melfa finisce di tutto di più, anche se esse sono comprese in un Sito di Importanza Comunitaria e una Zona di Protezione Speciale, cioè nelle aree che rappresentano i nodi della Rete ecologica europea Natura 2000.
Cattivi comportamenti individuali, certo. Latitanza di chi dovrebbe comminare le sanzioni, ovvio. Ma secondo me non solo. E’ un effetto dell’impunità che viene dall’alto. Da molto in alto.
Il piccolo paradiso laziale del Melfa è compromesso dai prelievi d’acqua a scopo potabile e idroelettrico, in seguito ai quali d’estate il fiume è praticamente disseccato.
In tutte le stagioni, poi, è trasformato in una discarica abusiva. E’ un fatto, dicevo, secondo me riconducibile alla cultura dell’impunità: i ripetuti condoni fiscali ed edilizi, l’abitudine a difendersi dai processi anzichè nei processi.
Insomma, le istituzioni mandano un messaggio di questo genere: se danneggi la collettività e se hai un po’ di furbizia non rischi grosso e non vai incontro a nulla di grave.
L’illegalità e la sua repressione sono condotte da questa scuola di pensiero ai comportamenti che danneggiano direttamente il singolo e il suo patrimonio: i ladri di polli, i portafogli sfilati sul bus.
Ecco, il Melfa che va in malora si inquadra in questo contesto. Da raddrizzare, certo, insieme alle situazione in cui versa il fiume. Un ambiente di grande valore ecologico ed estetico soffocato dai rifiuti.
Sul Corriere della Sera appello del Wwf Lazio per il fiume Melfa, area protetta soffocata dai rifiuti
Dossier sul fiume Melfa da Melfa Web Site
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