“The age of stupid” in versione italiana. Il film sui cambiamenti climatici causati dalle attività umane
Ieri sera ho visto “The age of stupid” in versione italiana (con sottotitoli). Il film è stato proiettato a Torino nell’ambito di Cinemambiente, ha fatto molto parlare di sè quando è uscito nel settembre scorso e in Italia avrà probabilmente una distribuzione limitata.
Dunque vi mostro il trailer, anch’esso con sottotitoli in italiano, e vi racconto le mie impressioni. Il film è ambientato in un catastrofico 2055: la Terra e gli uomini ridotti alla completa desolazione dai cambiamenti climatici causati dalle attività umane.
Il protagonista sfoglia un archivio digitale con materiale che risale ai nostri giorni e si chiede perchè siamo stati così stupidi da non fermare i cambiamenti climatici quando eravamo ancora in tempo: cioè ora.Se il film mi è piaciuto? Non tantissimo, per la verità. E vi spiego il motivo.
Innanzitutto voglio però sottolineare il merito del film. Pone l’accento sul fatto che le attività umane hanno un effetto sul clima a scoppio ritardato, per così dire. Ora stiamo vedendo le conseguenze delle emissioni di gas serra avvenute negli Anni 70: e già il clima ci sembra sconvolto.
Secondo gli scienziati, stabilizzare le emissioni entro il 2015 provocherà nel 2050 circa un innalzamento della temperatura pari a due gradi rispetto all’inizio dell’era industriale. Finora la temperatura si è innalzata di circa 0,5 gradi. Se l’innalzamento sarà superiore ai 2 gradi, i cambiamenti climatici saranno ingestibili.
Su questo, dicevo, mette l’accento il film: ed è il suo merito. Come pure non mi è dispiaciuto vedere il nostro presente – il materiale d’archivio consultato dal protagonista – come se fosse già passato: è una prospettiva inconsueta, e fa uno strano effetto.
Però il film non mi ha entusiasmato. Mi è sembrato a tratti una predica quaresimale tuonata dal pulpito. Non che ci sia da scherzare sull’argomento, certo: però…
Il grosso punto debole, tuttavia, sta secondo me nel fatto il film che non fa cenno alla necessità di ridurre i consumi, e di distribuirli equamente, per ridurre l’uso di energie fossili e dunque le emissioni di gas serra.
Come “An inconvenient truth”, “The age of stupid” traccia una via d’uscita dalla situazione attuale a base di turbine eoliche, con l’implicita affermazione che possiamo continuare a vivere più o meno come ora: basta usare le energie rinnovabili anzichè petrolio, gas e carbone.
Invece ben difficilmente le rinnovabili potranno darci tutto quello cui siamo abituati. Secondo me il nocciolo della questione è che ciascuno deve vivere semplicemente perchè gli altri possano semplicemente vivere. A questo non fa cenno “The age of stupid”: e ora, guardatevi il trailer.
“The age of stupid”, il sito del film