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“The age of stupid” in versione italiana. Il film sui cambiamenti climatici causati dalle attività umane

12 ottobre 2009 0 commenti

the age of stupidIeri sera ho visto “The age of stupid” in versione italiana (con sottotitoli). Il film è stato proiettato a Torino nell’ambito di Cinemambiente, ha fatto molto parlare di sè quando è uscito nel settembre scorso e in Italia avrà probabilmente una distribuzione limitata.

Dunque vi mostro il trailer, anch’esso con sottotitoli in italiano, e vi racconto le mie impressioni. Il film è ambientato in un catastrofico 2055: la Terra e gli uomini ridotti alla completa desolazione dai cambiamenti climatici causati dalle attività umane.

Il protagonista sfoglia un archivio digitale con materiale che risale ai nostri giorni e si chiede perchè siamo stati così stupidi da non fermare i cambiamenti climatici quando eravamo ancora in tempo: cioè ora.Se il film mi è piaciuto? Non tantissimo, per la verità. E vi spiego il motivo.

Innanzitutto voglio però sottolineare il merito del film. Pone l’accento sul fatto che le attività umane hanno un effetto sul clima a scoppio ritardato, per così dire. Ora stiamo vedendo le conseguenze delle emissioni di gas serra avvenute negli Anni 70: e già il clima ci sembra sconvolto.

Secondo gli scienziati, stabilizzare le emissioni entro il 2015 provocherà nel 2050 circa un innalzamento della temperatura pari a due gradi rispetto all’inizio dell’era industriale. Finora la temperatura si è innalzata di circa 0,5 gradi. Se l’innalzamento sarà superiore ai 2 gradi, i cambiamenti climatici saranno ingestibili.

Su questo, dicevo, mette l’accento il film: ed è il suo merito. Come pure non mi è dispiaciuto vedere il nostro presente – il materiale d’archivio consultato dal protagonista – come se fosse già passato: è una prospettiva inconsueta, e fa uno strano effetto.

Però il film non mi ha entusiasmato. Mi è sembrato a tratti una predica quaresimale tuonata dal pulpito. Non che ci sia da scherzare sull’argomento, certo: però…

Il grosso punto debole, tuttavia, sta secondo me nel fatto il film che non fa cenno alla necessità di ridurre i consumi, e di distribuirli equamente, per ridurre l’uso di energie fossili e dunque le emissioni di gas serra.

Come “An inconvenient truth”, “The age of stupid” traccia una via d’uscita dalla situazione attuale a base di turbine eoliche, con l’implicita affermazione che possiamo continuare a vivere più o meno come ora: basta usare le energie rinnovabili anzichè petrolio, gas e carbone.

Invece ben difficilmente le rinnovabili potranno darci tutto quello cui siamo abituati. Secondo me il nocciolo della questione è che ciascuno deve vivere semplicemente perchè gli altri possano semplicemente vivere. A questo non fa cenno “The age of stupid”: e ora, guardatevi il trailer.



“The age of stupid”, il sito del film

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