Il Financial Times: i veleni della nave Cunski sono collegati alla vecchia stagione nucleare italiana?
Cosa c’è dentro la nave dei veleni - si tratta del Cunski, secondo le rivelazioni di un pentito – riempita di rifiuti tossici e affondata al largo di Cetaro?
Nell’attesa – finora ben lunga – che almeno uno dei fusti sia recuperato, si può leggere l’articolo che il Financial Times ha dedicato alla vicenda.
Ieri il più autorevole quotidiano economico-finanziario britannico ha dato ampio spazio al Cunski , alle varie “navi dei veleni” e al traffico di rifiuti gestito dalla mafia, suggerendo in sostanza l’eventualità che possa esistere un collegamento la con la stagione nucleare italiana conclusasi negli Anni 80.
L’eventuale collegamento fra la vecchia stagione nucleare e le navi dei veleni raramente è messo in primo piano dalla stampa italiana, anche se si è detto che nella stiva del Cunski potrebbero esserci scorie tossiche e-o radioattive provenienti dall’Eni e dall’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente): l’autorità nucleare italiana, come lo definisce il Financial Times.
L’articolo del Financial Times è lungo, dettagliato e ricco di riferimenti alla lentezza e alle difficoltà con cui sono state seguite le piste investigative relative alle “navi dei veleni”.
Esso prende in considerazione non solo l’ipotesi che le navi fossero usate dalla criminalità organizzata per smaltire rifiuti radioattivi, ma anche che questo traffico avvenisse con l’approvazione di enti riconducibili allo Stato.
Il pentito di mafia che ha svelato l’ubicazione del Cunski (del presunto Cunski, visto che l’identità non è ancora ufficialmente accertata) ha parlato anche del coinvolgimento di servizi segreti italiani e stranieri nel traffico di rifiuti tossici e radioattivi.
Dice di aver preso in consegna 40 carichi di materiale presso l’impianto di Rotondella gestito dall’Enea. Lì veniva trattato combustibile nucleare irraggiato. Il FT riporta sia questo sia la smentita delle autorità italiane.
Dopodichè il FT fa riferimento a inchieste sulla gestione di materiale nucleare da parte dell’Enea che non sono mai approdate a nulla, e al sospetto (avanzato dalla commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti) a proposito di un traffico nazionale e internazionale di materiali radioattivi condotto con l’approvazione di enti riconducibili allo Stato.
Del resto, la stagione nucleare degli Anni 80 non ha mai prodotto un sistema coerente per il trattamento delle scorie. Ancora ci sono vecchi rifiuti in siti provvisori, sottolinea il FT, e la scoperta di rifiuti radioattivi sul Cunski o su altre navi dei veleni potrebbe suscitare domande sgradite a Berlusconi, che vuole riportare l’Italia al nucleare.
Ah. A proposito, un parlamentare della Lega ha ritenuto opportuno rendere noto urbi et orbi dove si trova il pentito che ha sollevato il velo sul Cunsky, e che tuttora è senza protezione da parte dello Stato. Col risultato che la sua vita ora è rischio.
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