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Gli squali diventano creme di bellezza e zuppe. Divieto di commercio per salvarli dall’estinzione

23 ottobre 2009 0 commenti

squaloSi affaccia finalmente la prospettiva di una più efficace protezione per gli squali (almeno: per alcuni di essi), che negli ultimi anni sono messi alle corde dalla pesca eccessiva.

Gli squali si mangiano, ebbene sì, anche in italia; servono per fabbricare scarpe e creme di bellezza allo squalene; sono l’ingrediente base della zuppa di pinne di squalo che entusiasma i palati orientali.

La proposta di restringere il commercio internazionale di alcune specie di squali è all’ordine del giorno della prossima riunione del Cites (Convention on International Trade in Endangered Species) che si terrà in marzo in Quatar.

L’Unione Europea ha chiesto alla commissione Cites di di proteggere lo smeriglio o vitello di mare, dalle carni particolarmente pregiate, mentre gli Stati Uniti e la Repubblica di Palau (oceano Pacifico) hanno sottoposto alla commissione la proposta di restringere il commercio internazionale di squali longimani e squali martello, i più richiesti per la zuppa di pinne.

L’alto valore commerciale delle pinne porta spesso alla pratica del cosiddetto finning, consentito ai pescherecci europei. Si cattura l’animale, si tagliano le pinne e lo si ributta in mare, mandandolo incontro a morte sicura e lenta.

Le norme europee consentono infatti di calcolare il numero degli squali pescati esclusivamente a partire dal peso delle pinne portate a terra. Peso, non numero. Inoltre il calcolo avviene con molta generosità.

Con questo sistema, le pinne di tre squali finiscono per valere come prova della cattura di uno squalo solo.

La commissione Cites, oltre che di squali, dovrà occuparsi del commercio internazionale di avorio e dovrà pronunciarsi sulla richiesta avanzata dal Principato di Monaco di vietare il commercio internazionale del tonno rosso del Mediterraneo, che si è pericolosamente rarefatto per soddisfare la passione dei giapponesi verso il sushi.

Su Agence France-Presse proposto il divieto di commercio internazionale per salvare gli squali dall’estinzione

Foto Flickr

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