Emergenza rifiuti a Napoli, l’immondizia è finita fra i campi. Con l’aggiunta di sostanze tossiche
E’ trascorso un ano da quando i cumuli di immondizia ingombravano le strade. Ufficialmente l’emergenza rifiuti a Napoli e in Campania non c’è più.
Acqua passata? Un giornalista è andato in giro in campagna. Ha trovato balle piene di rifiuti che galleggiano nell’acqua. Ha visto la spazzatura delle discariche che si riversa nei canali e nei fiumiciattoli. E attorno ci sono i campi in cui crescono l’olio, il grano, i pomodori che finiscono sulle tavole di tutt’Italia.
Le 52.000 tonnellate di rifiuti che ingombravano le strade di Napoli sono tutte qui, scrive. Sono “nelle campagne, nei cibi, con l’aggiunta legale di sostanze tossiche”. Sì, perchè la decretazione d’urgenza dà la possibilità di smaltire rifiuti tossici insieme a quelli domestici.
E’ impressionante il monnezza tour raccontato da Francesco Piccinini sul sito di informazione Agora Vox di cui è direttore. E’ andato a vedere di persona, strappando il velo dei comunicati stampa ufficiali ed applicando la prima regola del giornalismo: verificare i fatti, consumare le suole.
Ha camminato fra viottoli e campi, raggiungendo il retro della discarica di Santa Maria la Fossa: al di là della recinzione la monnezza legale, al di qua cumuli di eternit e spazzatura abbandonati illegalmente. In mezzo, un fiumicello che porta acqua alle coltivazioni circostanti.
Incamminandosi fra canali e campi di pomodori, ha raggiunto la vicina discarica di Ferrandelle: uno sconvolgente cumulo di ecoballe lasciate marcire al sole. Una puzza insopportabile e soprattutto una vasca di raccolta rifiuti completamente piena d’acqua, con un canale di scolo che riversa nel terreno e i rifiuti galleggianti nell’acqua.
Immondizia in bella mostra che fuoriesce e cade nell’acqua. Eppure, nota, non piove da un mese.
Le 52.000 tonnellate di immondizia che ingombravano le strade di Napoli “sono tutte qui – scrive – Come una montagna maleodorante e nociva. Ma sono, anche, disperse lungo le strade dei paesi di provincia, nei luoghi in cui gli occhi delle telecamere hanno poca voglia di arrivare”.
Inoltre, dice il reportage, la decretazione d’urgenza ha in sostanza permesso alle aziende campane che operano nel settore metallurgico, delle ceramiche, del legno e della concia di smaltire i propri rifiuti nei normali cassonetti.
Dunque rifiuti tossici insieme ai rifiuti “normali”. E le ecoballe che li contengono si stanno degradando accanto a terreni coltivati.
Su Agora Vox l’articolo e le foto: emergenza rifiuti a Napoli, l’immondizia è finita fra i campi. Con l’aggiunta di sostanze tossiche