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Overdose di carta da macero, in crisi la raccolta differenziata dei rifiuti. E produrne di meno?

2 novembre 2009 0 commenti

plasticaUna volta di più la raccolta differenziata dei rifiuti è in crisi. In particolare c’è un overdose di carta da macero.

Le aziende hanno lanciato il grido di dolore nello studio “L’Italia del recupero” e chiedono “correttivi” che mi sentirei di tradurre come contributi prelevati dalle nostre tasche.

La raccolta differenziata viene presentata come una magia che risolve il problema dei rifiuti. In realtà ha l’indubbio merito di risparmiare materie prime: ma richiede uso di energia e lavorazioni inquinanti.

Credo invece che la soluzione del problema dei rifiuti sia semplicemente produrne di meno. E in questo quadro – e come no! – praticare la raccolta differenziata.

Il rapporto “L’Italia del recupero” viene da Fise-Unire. Le due sigle stanno per Federazione imprese di servizi e Unione nazionale imprese recupero. Dice che ” Senza rapidi interventi la differenziata rischia di restare parcheggiata nei piazzali o, peggio, di non trovare sbocco”.

E ancora, se non saranno messi in atto “rapidi e concreti interventi correttivi, gli effetti dell’attuale crisi economica rischiano di far inceppare il ciclo di raccolta e recupero rifiuti”.

Sono crollati infatti i prezzi delle materie prime e delle materie seconde, quelle ricavate appunto dal riciclaggio. In più, paradossalmente, la raccolta differenziata è travolta dal suo stesso successo: intercetta una crescente quantità di materiali.

La filiera del riciclo della carta già copre più che in abbondanza il fabbisogno nazionale di carta da macero. Si è salvata solo grazie alle esportazioni in Estremo Oriente. Il recupero del vetro è stato schiacciato a livello europeo “tra domanda e prezzi calanti del prodotto finito e costi crescenti, causati dall’accumulo di materiali presso gli impianti di produzione delle materie prime secondarie”.

La plastica, beh: nel 2008 sono stati avviati a riciclo meccanico 746 mila tonnellate, a recupero 784 mila tonnellate e 1,91 milioni di tonnellate a recupero energetico. Cioè agli inceneritori: altro che riciclaggio!

I materiali provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono solo una piccola parte de “L’Italia del recupero”: il 14%. Il resto viene dalla raccolta di imballaggi industriali (15%) e soprattutto dai rifiuti provenienti dalle aziende e da sfridi di produzione.

Non credo sia facilissimo eliminare gli sfridi. Più facile eliminare gli imballaggi, a cominciare da quelli che portiamo a casa dai negozi. I tempi allora sono maturi: vuoto a rendere, prodotti venduti sfusi e alla spina. Meno involucri, meno scatole e scatolette, meno flaconi e vassoietti invece dei “correttivi” per tenere alti i prezzi dei materiali di recupero.

Su Adn Kronos in crisi la raccolta differenziata dei rifiuti

Da Greenreport il recupero dei rifiuti domestici e industriali

“L’Italia del recupero”, il comunicato stampa di Fise-Unire

Foto Flickr

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