Bhopal, dopo 25 anni acqua e suolo sono ancora inquinati. I sopravvissuti attendono giustizia.
Sono passati 25 anni dal disastro di Bhopal, in India. Acqua e suolo sono tuttora inquinati. Un bambino su 25 nasce con malformazioni.
I morti, si calcola, furono 25.000. I sopravvissuti alla nube di isocianato di metile (una sostanza chimica usata nella produzione di pesticidi) attendono ancora giustizia.
In vista dell’anniversario della tragedia, che cade il 2 dicembre, il Bhopal Medical Appeal, Amnesty International e Greenpeace hanno organizzato il Bhopal bus tour: una delegazione di sopravvissuti viaggia in Europa per sollecitare l’attenzione. In questi giorni sono in Italia.
Molti sopravvissuti non sono ancora riusciti ad ottenere un risarcimento economico. La fabbrica dell’Union Carbide da cui si sprigionò la nube tossica (nel 2001 passò alla Dow Chemicals) non è mai stata bonificata, anche se l’azienda afferma di aver rimosso decine di migliaia di chii di isocianato di metile e di aver speso 2,7 milioni di dollari per ulteriori lavori di pulizia.
Su The Age è uscito un drammatico reportage da Bhopal. Ovunque si incontrano bambini deformi e con disturbi mentali. La gente beve acqua contaminata.
Il giornalista ha ottenuto il permesso di entrare nella fabbrica che fu teatro della tragedia. E’ un sito abbandonato: solo alberi, cespugli, cani inselvatichiti. Il deposito da cui uscì la nube mortale si arrugginisce al sole. Mucchi di sostanze chimiche all’aperto o dentro gli edifici in rovina.
La suprema corte indiana, scrive The Age, ha riconosciuto ai sopravvissuti il diritto ad un acquedotto che portasse loro acqua pulita. Non è mai stato costruito. Sul capo dell’ex responsabile dell’impianto, un americano, pende l’accusa di omicidio preterintenzionale: ma non si è presentato davanti al tribunale indiano.
L’India ha chiesto l’estradizione agli Stati Uniti, ma – dicono gli attivisti di Bhopal – senza troppa convinzione per non allontanare gli investimenti stranieri vitali per l’economia del Paese.
Un processo per individuare un colpevole, un risarcimento economico alle vittime che ancora non l’hanno avuto, la bonifica della fabbrica possono fare giustizia: anche se con un quarto di secolo di ritardo e anche se non possono cancellare il lutto e il dolore. Per chi volesse conoscere di persona, ecco le tappe italiane del Bhopal bus tour
Su The Age reportage da Bhopal, 25 anni dopo. Acqua e suolo sono ancora inquinati
Su Vita, la voce del non profit Bhopal, un bus per non dimenticare
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