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Sequestro dell’anidride carbonica nel sottosuolo, la gente si ribella. Il caso di Barendrecht in Olanda

11 novembre 2009 0 commenti

ciminiereLa cittadina olandese di Barendrecht si sta fieramente ribellando al sequestro dell’anidride carbonica nel sottosuolo previsto nelle vicinanze dell’abitato.

E’ una questione interessante, dal momento che il sequestro dell’anidride carbonica (conosciuto anche come carbone pulito o Ccs, Carbon capture and storage) è una delle vie battute dall’Unione Europea per diminuire le emissioni di gas serra nell’atmosfera.

In Italia il sequestro dell’anidride carbonica dovrebbe iniziare da Cortemaggiore (Piacenza). Questi progetti sono molto criticati perchè giudicati assolutamente insoddisfacenti dal punto di vista ambientale: ma la cosa non ha nulla a che vedere con le proteste di Barendrecht.

L’Unione Europea vuole affidarsi al sequestro dell’anidride carbonica per diminuire del 10% le emissioni di gas serra entro il 2020, e del 20% entro il 2050.

Si tratta di catturare l’anidride carbonica che esce dalle centrali per la produzione di energia alimentate da combustibili fossili e di pomparla nel sottosuolo, così che non entri nell’atmosfera.

Le critiche a questi progetti vertono su questi punti: la tecnologia non è ancora collaudata; l’anidride carbonica potrebbe “evadere” dal sottosuolo ed entrare ugualmente nell’atmosfera; la cattura dell’anidride carbonica assorbe il 30% dell’energia prodotta dalla centrale, con evidenti ripercussioni sul costo dell’energia disponibile per altri usi: meglio allora incentivare il risparmio energetico, l’efficienza energetica e le energie pulite.

In base a un progetto del Governo olandese e della Shell, a partire dal 2011 verranno immesse 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica in due giacimenti di gas esausti situati nel sottosuolo di Barendrecht, a due chilometri di profondità.

Fra le controindicazioni dello stoccaggio di anidride carbonica nelle profondità della Terra non era ancora stata inserita l’opposizione delle comunità locali. E’ arrivata anche quella.

La gente di Barendrecht dice che sarebbe come abitare vicino a una discarica e che i prezzi delle case crollerebbero. Soprattutto però teme una fuga di anidride carbonica dagli ex giacimenti sotterranei.

La teme non per l’effetto serra, ma per gli effetti letali: l’anidride carbonica diventa infatti tossica per gli esseri viventi quando la concentrazione nell’atmosfera supera il 5%

Gli esperti dicono che gli ex giacimenti di gas costituiscono una tomba sicura per l’anidride carbonica. I residenti a Barendrecht fanno presente che, mescolata con l’acqua del sottosuolo, l’anidride carbonica può formare un acido debole, in grado però di corrodere le rocce.

Cosa accadrebbe se l’anidride carbonica uscisse all’improvviso e in grande quantità? La gente di Barendrecht ricorda cosa accadde in Camerun nel 1986: emissioni copiose (ma naturali) di anidride carbonica provenienti dal lago vulcanico Nyos uccisero 1.700 persone nei villaggi limitrofi.

Su Associated Press sequestro dell’anidride carbonica nel sottosuolo, la gente si ribella. Il caso di Barendrecht in Olanda

Foto Flickr

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