Le riserve di uranio indispensabile alle centrali nucleari possono esaurirsi in 19 anni
Le riserve di uranio, indispensabile per le centrali nucleari, possono esaurirsi in 19 anni. Alla faccia di chi presenta il nucleare come una fonte di energia sicura e costante.
E con l’uranio sono destinati a scarseggiare presto elementi rari tipo l’indio, indispensabile (anche se in piccole quantità) agli impianti per la produzione dell’energia.
L’Accademia delle Scienze australiana ha pubblicato un bel grafico che mostra per quanto tempo dureranno alcune risorse. Non include petrolio, cibo e acqua: che si trovano in situazioni secondo me almeno altrettanto preoccupanti.
Il grafico sulle riserve di metalli discende da un lavoro delle Università di Augusta e Yale. Indica quando si verificherà l’esaurimento se in tutto il mondo il consumo medio pro capite raggiunga la metà (la metà appena) di quello degli Stati Uniti, e se invece il ritmo di consumo continuerà ad essere quello attuale.
Ebbene. Salvo miracoli tecnologici (che però dovrebbero concretizzarsi alla velocità della luce), l’indio (schermi al plasma) durerà per 4-13 anni. L’antimonio (medicinali) per 13-30 anni. Il piombo per 8-42 anni, l’argento per 9-29, l’uranio per 19-59, l’oro per 36-45, il rame per 38-61.
Non esistono dati sufficienti a formulare ipotesi relative ad alcuni elementi rari come gallio (serve per led e celle solari), germanio (semiconduttori), rodio (marmitte catalitiche e raggi X), afnio (chip dei computer).
Mi piace ogni tanto tornare su queste cose, perchè nell’immaginario collettivo è come se le risorse che quotidianamente consumiamo venissero da una cornucopia inesauribile.
Anche per petrolio, cibo e acqua i giorni dell’abbondanza sembrano essere lì lì per finire: ne ho parlato tante volte. Una penuria globale di acqua può sembrare un’assurdità: la Terra è coperta al 70% di acqua. Ma qui si parla di acqua dolce, che rappresenta solo una piccolissima frazione dell’acqua presente sulla Terra.
Secondo uno studio del Pacific Institute, il genere umano già sfrutta il 50% dell’acqua dolce accessibile. Significa che in molte zone del pianeta è stato superato il punto critico in cui abusiamo della capacità del pianeta di ammortizzare le conseguenze del nostro consumo.
Anche la penuria di cibo è da mettere in conto. La popolazione cresce; i cambiamenti climatici mettono in difficoltà l’agricoltura; concimi chimici e pesticidi che garantiscono le attuali rese dipendono dal petrolio.
Il “picco del petrolio”, ovvero il momento in cui la produzione comincerà a declinare, è il più famoso. Uno scoop del Guardian, pochi giorni fa, ha svelato che le stime considerate più attendibili sulla prevedibile estrazione futura sono state consapevolmente taroccate al rialzo per non scatenare il panico sui mercati.
Secondo alcuni il “picco del petrolio è già stato superato. Secondo altri arriverà probabilmente verso il 2020. Esiste anche una scuola di pensiero in base alla quale sarà il caso di preoccuparsi solo fra alcuni decenni. E nel frattempo ci sono tante altre risorse fondamentali in esaurimento a cui dedicare la giusta attenzione…
Il grafico dell’Accademia delle scienze australiana: in quanto tempo sono destinate ad esaurirsi le riserve di uranio e di altri metalli
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