La Finanziaria 2010 taglia i fondi per l’ambiente e trova tanti soldi per le grandi opere
La Finanziaria 2010 di cui si sta occupando in questi giorni la Camera è un disastro per l’ambiente. Fondi rapati a zero su tutti i fronti.
Il succo del succo: le grandi opere potranno attingere da una cornucopia traboccante di denaro, mentre il ministero per l’Ambiente diventa praticamente un ministero senza portafoglio. Puramente decorativo.
Il ministro per l’Ambiente Prestigiacomo ha cominciato a lamentarsi dei tagli ormai due mesi fa. Ma la situazione non è cambiata. Resto della mia idea: se non si dimette, vuol dire che le va bene così. Che condivide la filosofia in base alla quale al suo dicastero devono andare solo spiccioli.
Io invece non la condivido. Cioè: prescindendo totalmente dal ministro attualmente in carica, ritengo che l’ambiente – inteso come uso delle energie e delle risorse – debba essere al centro di ogni strategia politica. Invece guardate come l’hanno trattato.
Il Wwf ha analizzato la Finanziaria 2010 e il bilancio di previsione del ministero dell’Ambiente, constatando innanzitutto che non c’è un soldo per la riduzione delle emissioni di gas serra. Ovvero, quando i politici nostrani si riempiono la bocca con la conferenza sul clima di Copenhagen vendono soltanto fumo.
Per quanto riguarda il risparmio energeticoo – che consentirebbe risparmi pecuniari e contribuirebbe anch’esso a ridurre le emissioni – spariscono il Fondo sull’efficienza energetica (38 e rotti milioni di euro nel 2009) e gli incentivi per il risparmio energetico, che hanno ricevuto quest’anno 11 e rotti milioni. Totale, 50 milioni in meno.
Sparite le detrazioni d’imposta del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
Il Governo evidentemente ama il fatto che gli italiani consumino tanta energia e paghino bollette salate, aggiungo io: così potrà vendere meglio le centrali nucleari, che invece sono non hanno alcun senso ecologico ed economico. Senza contare la sicurezza, poi!
Nella Finanziaria non c’è un quattrino per la biodiversità. I fondi per i Paesi in via di sviluppo restano più o meno gli stessi del 2009: ovvero, la metà rispetto al 2008.
Complessivamente, tra Finanziaria e bilancio del ministero, la tutela dell’ambiente riceverà 276 milioni di euro. Che dovranno bastare per tutto. L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ex Apat) riceverà 86 milioni di euro. Ne ha avuti 90 quest’anno, ma in esso sono confluiti Icram (l’istituto di ricerca sul mare) e l’Infs (Istituto nazionale fauna selvatica).
Praticamente l’ambiente diventa un bonsai, coerentemente con la concezione da parrucchiere che ne ha il Presidente del Consiglio. In compenso, ci sono soldi in abbondanza per le grandi opere: un miliardo e 564 milioni vanno alle autostrade e alle linee ferroviarie ad alta velocità.
Come se tutti i giorni l’italiano medio viaggiasse da Milano a Roma. Viaggia in città, fa il pendolare, invece: ma la mobilità urbana riceverà solo 120 milioni.
L’analisi del Wwf: la Finanziaria 2010 taglia i fondi per l’ambiente e trova tanti soldi per le grandi opere
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