La necessità (sacrosanta) di limitare le emissioni di gas serra si risolverà in una bolla finanziaria?
La necessità sacrosanta, urgente e inderogabile di limitare le emissioni di anidride carbonica – il principale gas dell’effetto serra – di cui ora si parla alla conferenza di Copenhagen può essere usata come occasione per creare una nuova bolla finanziaria alle spalle dei risparmiatori senza curare i mali del pianeta.
Già lo dicono ambientalisti come i Friends of the Earth e Annie Leonard col suo filmato “The story of cap and trade”. Ora si aggiunge anche la voce del Washington’s Blog, un quotato blog americano che segue la crisi economica dal punto di vista della gente comune.
Washinton’s Blog sostiene che, almeno negli Stati Uniti, tutto si risolverà semplicemente con un’overdose di strumenti finanziari derivati basati sulla speculazione (una delle prime cause della crisi economica): stavolta i derivati saranno legati alla riduzione delle emissioni.
Tutti (almeno a parole) sono d’accordo sulla necessità di ridurre le emissioni. Alla conferenza di Copenhagen litigano solo su quanto e quando. Non dicono come: cioè, non parlano degli strumenti concreti da impiegare.
Sarebbe tanto semplice tassare le emissioni alla fonte ed eliminare i sussidi statali all’uso di combustibili fossili, responsabili appunto delle emissioni. Invece…
Lo schema americano di (modestissima) riduzione delle emissioni sarà basato sul “cap and trade” come in Europa: l’imposizione (sacrosanta, l’ho già detto) di un tetto massimo alle emissioni, e la commercializzazione delle quote di emissioni fra chi si è fermato sotto il tetto e chi l’ha superato.
Negli Stati Uniti va molto di moda dire che adottando il “cap and trade” l’Europa ha ridotto le sue emissioni. Le emissioni si sono ridotte perchè molti stabilimenti hanno traslocato all’estero, dico io, e perchè ora si produce energia elettrica usando meno carbone e più metano, che provoca inferiori emissioni di anidride carbonica.
Washington’s Blog scrive che ora i finanzieri si leccano i baffi di fronte ai pingui pascoli spalancati dal mercato delle quote di emissioni. Che stanno architettando strumenti finanziari assai sofisticati per sfruttare la situazione, e che il nuovo boom della finanza creativa legato ai diritti di emissione, se non adeguatamente regolato, produrrà un’altra rovinosa bolla finanziaria.
Ecco, no. Non è così che deve andare a finire.
Sul Washington’s Blog i limiti alle emissioni di gas serra si risolveranno in una bolla finanziaria
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