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Copenhagen, accordo per limitare a due gradi l’aumento delle temperature. Balle, saranno di più

13 dicembre 2009 0 commenti

climaRaccontano balle. La bozza ufficiale Onu di accordo alla conferenza sul clima di Copenhagen fissa un obiettivo, contenere l’aumento delle temperature fra 1,5 e 2 gradi rispetto all’era pre industriale, e uno strumento per raggiungerlo: dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050.

Ebbene, parola di scienziato: se anche le emissioni di gas serra venissero ridotte qui e ora in modo drastico, l’aumento delle temperature sarebbe comunque superiore ai 2 gradi.

Potete immaginare da soli cosa succederebbe: finora si è verificato un aumento di “appena” 0,8 gradi, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Per parte mia, mi limito a sintetizzare cosa ha dichiarato a Repubblica Rank Raes: scienziato, appunto. E poi magari ci aggiungo uno spruzzo di pepe e sale mio.

climaDunque. Rank Raes è il capo dell’Unità cambiamenti climatici del Centro di ricerca della Commissione europea. La sua posizione è quella che i migliori climatologi del mondo hanno già espresso nel Copenhagen Diagnosis, un manualetto ad uso dei politici i cui concetti – pare – questi ultimi non hanno ben assimilato. Ma torniamo al ragionamento di Raes.

Rispetto all’era pre industriale le temperature sono già aumentate di 0,8 gradi a causa delle attività umane. La causa è soprattutto l’anidride carbonica, che entra nell’atmosfera in seguito all’uso dei combustibili fossili.

I gas serra che si trovano già nell’atmosfera provocheranno un ulteriore aumento della temperatura pari a 0,5 gradi nei prossimi decenni.

climaSmettendo di bruciare combustibili fossili, l’atmosfera si ripulirà dalle particelle inquinanti che ora vi sono presenti, e che schermano le radiazioni solari e il reale aumento della temperatura. E’ un altro grado circa di aumento che va aggiunto.

A conti fatti, dunque, l’aumento delle temperature supererà i due gradi anche se a Copenhagen i politici decidessero di tagliare subito in modo drastico le emissioni. Lo faranno? Di una simile volontà politica non vedo la minima traccia.

Dice Raes a Repubblica: “Uno scenario già considerato buono invece è un taglio robusto delle emissioni dei Paesi industrializzati e una crescita ridotta delle emissioni dei Paesi in via di sviluppo. Ma anche così i gas serra continueranno a crescere ed è molto difficile che si fermeranno prima che si raggiunga un aumento medio di 3 gradi. Poi, dopo qualche decennio, quando il motore della nuova economia avrà ingranato, le emissioni scenderanno”.

E sì, ci vorrà qualche decennio prima che i benefici effetti si facciano sentire. Intanto ci sorbiremo i tre gradi, ci pensate?

climaVi avevo detto che avrei aggiunto un po’ di pepe e sale. I politici, e non solo quelli americani, pare siano affascinati dal concetto del cap and trade.

“Cap”, cioè porre un limite massimo alle emissioni: va benone. “Trade”, cioè commercializzare le quote di emissioni. Chi si ferma sotto il tetto vende i suoi diritti a chi lo sfora. E qui non ci siamo: si produrrà una bolla finanziaria utile solo agli speculatori, dicono gli esperti in economia. E le emissioni non scenderanno, aggiungono gli ambientalisti.

Se volete, il “cap and trade” è l’ultima frontiera delle privatizzazioni. Quella che riguarda l’aria, il clima e l’atmosfera.

Su Europa la bozza ufficiale di accordo Onu alla conferenza di Copenhagen

Su Repubblica l’aumento delle temperature non potrà essere limitato a due gradi

Su La Stampa un articolo che contiene un inno alla commercializzazione delle quote di emissioni

Foto (1, 2, 3, 4) Flickr

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