Nuovo orario ferroviario. Privilegiata l’alta velocità, il trasporto locale per i pendolari rallenta ancora
Ieri è entrato in vigore il nuovo orario ferroviario. Intercity di qua, intercity di là: se ne cantano le lodi ovunque. Dimenticando un particolare.
E’ stata privilegiata l’alta velocità, e il trasporto locale rallenta ancora. Fra i mille esempi, ne cito uno: ora bastano 50 minuti per i 150 chilometri Torino-Milano, ma 50 minuti non bastano più per i 40 chilometri fra Pinerolo (35.000 abitanti) e Torino.
Il treno è il mezzo di trasporto più ecologico, bicicletta a parte. Ma questo orario l’ha preso ulteriormente a pesci in faccia. Ulteriormente: i difetti, diciamo, storici sono nel rapporto Pendolaria di Legambiente.
Quando scrivo di treni, penso a chi ci sale su tutti i giorni: i pendolari, appunto, che fanno un piacere alla collettività evitando di inquinare ulteriormente con le auto.
Bisognerebbe stendere un tappeto rosso davanti ai pendolari ferroviari. Oltretutto rappresentano il grosso degli utenti (pardon, clienti oggi bisogna dire) delle ferrovie: nove volte più numerosi rispetto a quelli che si spostano in treno sulle lunghe distanze, e aumentati dell’8,2% negli ultimi due anni.
Eppure, dice Pendolaria, i treni locali sono stipati all’inverosimile. Sporchi. Uno su tre è in ritardo. Un calvario quotidiano.
Governo e ferrovie si ostinano pervicacemente a coccolare quell’unico passeggero su nove che fa viaggi lunghi. Il risultato sono le milionate per l’alta velocità.
Dicono che le linee ad alta velocità liberano spazi e agi per i treni locali. Balle: dalle news si leva un coro di lamenti. I pendolari protestano compatti da Bolzano in giù, col nuovo orario i disservizi sono aumentati.
E non solo. Diversi collegamenti diretti fra le città sono stati aboliti. Ti fanno cambiare e salire sugli intercity, i cui biglietti sono stra super cari.
Su Ansa il nuovo orario ferroviario
Su La Stampa col nuovo orario ferroviario rallenta il trasporto locale per i pendolari e abolisce diversi collegamenti diretti
Il rapporto Pendolaria 2009 e il comunicato stampa di Legambiente
Foto Flickr