Conferenza di Copenhagen, l’eredità dell’Unione Sovietica ostacola la riduzione delle emissioni
Conferenza sul clima di Copenhagen, l’eredità della defunta Unione Sovietica pare sia un serio ostacolo – uno dei tanti – rispetto alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Prima di cominciare a parlare di ripulire l’atmosfera, c’è da buttarci dentro tutta l’anidride carbonica evitata in seguito al collasso dell’Urss e delle sue fabbriche altamente inquinanti. Ed è un’eredità su cui Russia ed Ucraina possono (e vogliono) lucrare miliardi di dollari.
I colloqui di Copenhagen si avviano alla chiusura e al fallimento. Il mondo non riesce ad accordarsi per limitare i gravi cambiamenti climatici presenti e futuri. Ne approfitto per raccontarvi uno dei tanti retroscena. E’ un meccanismo grazie al quale si può salvare il pianeta nella forma, e mandarlo in malora nella sostanza.
Molte delle fabbriche dell’Unione Sovietica, inquinanti ed inefficienti dal punto di vista energetico, chiusero in seguito al collasso economico che seguì la dissoluzione dell’Urss nel 1991. Ormai quelle in funzione sono – tutte o quasi – nuove o rimodernate.
Però in base al Protocollo di Kyoto cui a Copenhagen si sta cercando di dare prosecuzione, i calcoli sui tagli alle emissioni di gas serra vengono effettuati rispetto ai livelli del 1990, penultimo anno di vita dell’Unione Sovietica.
Di conseguenza gli Stati dell’ex Unione Sovietica, almeno sulla carta, hanno già effettuato drastici tagli delle loro emissioni. In particolare le emissioni della Russia sono del 34% più basse rispetto a quelle del 1990.
Non solo: gli Stati ex sovietici risultano (almeno formalmente) così virtuosi da possedere il diritto inutilizzato ad emettere enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera.
Un diritto che – se non vogliono esercitare – essi possono vendere ad altri Paesi che si sono impegnati ad effettuare tagli attraverso il Protocollo di Kyoto. Un diritto che vale miliardi di dollari.
Ai colloqui sul clima di Copenhagen, Russia ed Ucraina hanno considerato obiettivo prioritario delle loro trattative mantenere in vita i loro diritti alle emissioni anche dopo il 2012, anno in cui formalmente scadrà il Protocollo di Kyoto.
Attualmente l’Ucraina possiede quote inutilizzate di emissioni di anidride carbonica pari a 500 milioni di tonnellate all’anno. La Russia possiede diritti inutilizzati per 1,1 miliardi di tonnellate all’anno. I Paesi che non riescono a ridurre le loro emissioni possono mettere mano al portafoglio ed acquistare questi diritti. Formalmente, il pianeta risulterà salvato.
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