Regista australiano attraverserà a nuoto il vortice dei rifiuti nell’oceano Pacifico per girare un film
Attraversare a nuoto il vortice dei rifiuti dell’oceano Pacifico all’interno di una grande bottiglia di plastica (plastica riciclata, ovviamente) costruita per l’occasione.
Credo che sia l’idea ecologica più pazza del mondo. Peraltro lo crede anche colui che l’ha concepita, tal Richard Pain, regista australiano. Ne trarrà un film, ovviamente.
Siamo talmente assuefatti alle notizie relative ai disastri ambientali dovuti all’azione umana che per raggiungere le coscienze è indispensabile un tocco creativo. E allora…
Il vortice dei rifiuti nel Pacifico è un problema serio e grave. In seguito al gioco delle correnti, la plastica finita in mare da tutto il mondo si accumula fra le Hawaii e il Giappone, in un’area grande quanto la Francia, o forse più.
Le onde frammentano la plastica in pezzettini. Il mare sembra un minestrone di rifiuti. Inoltre la plastica rilascia in acqua sostanze tossiche che con ogni probabilità finiscono nella catena alimentare.
Il mondo sembra che di tutto questo non si curi: e Richard Pain vuole rimediare. Si sta organizzando per cominciare nel 2011 un viaggio di 9.000 chilometri a nuoto, dal Giappone alla California, attraversando appunto il vortice dei rifiuti.
Però non nuoterà semplicemente in mare, bensì in un involucro di plastica a forma di bottiglia, aperto dalla parte del “tappo” e del fondo, che oltre a fungere da simbolo gli servirà anche come una sorta di gabbia antisqualo.
Programma di nuotare per 10 ore al giorno e per cinque giorni alla settimana (il resto del tempo lo trascorrerà su una nave inviata al seguito) e di completare il viaggio in 45 settimane. Il tutto diventerà un film-documentario, per rendere noto al pubblico come i mari sono ridotti a pattumiera.
Su Japan Today regista australiano attraverserà a nuoto il vortice dei rifiuti dell’oceano Pacifico per girare un film
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