Galline: meglio libere!
Meglio una gallina libera oppure una gallina in gabbia? La risposta è scontata: meglio la gallina libera. Eppure in Italia il 90% delle galline allevate – corrispondenti a 40 milioni di galline circa – vivono ancora nelle strette gabbie di batteria (grandi meno di un foglio A4), senza alcuna possibilità di muoversi, sottoposte a una vita innaturale, per produrre gran parte di quei 12,9 miliardi di uova (12.952.000 nel 2008, fonte U.N.A.) consumate dalle famiglie italiane in un anno (nel 2008 il consumo medio per abitante è stato di 224 uova, contro 219 del 2006).
Secondo alcuni studi, le uova prodotte da galline ruspanti sono qualitativamente migliori (vitamine e altri nutrienti) rispetto a quelle di galline stabulate.
Un’indagine di Eurobarometro, rivela che il 62% dei consumatori UE sarebbero disponibili a cambiare il loro abituale supermercato pur di acquistare prodotti maggiormente rispettosi del benessere degli animali.
Invitiamo i consumatori a leggere sempre con molta attenzione l’etichetta delle confezioni di uova che deve riportare il sistema d’allevamento delle galline: le confezioni che riportano il codice 0 (allevamento biologico) e il codice 1 (allevamento all’aperto) sono da preferire sempre rispetto alle confezioni di uova con il codice 3 (allevamento in gabbia). Le famiglie, con le loro scelte d’acquisto, possono favorire la riconversione di questo sistema d’allevamento intensivo, alla quale l’industria avicola oppone forti resistenze, tanto che il bando delle gabbie di batteria delle galline previsto da una Direttiva UE a partire dal 1° gennaio del 2012, rischia di essere inapplicato. Basti pensare che la norma prevede ancora le cosiddette gabbie “arricchite”, gabbie di batteria che di fatto non determinano un significativo cambiamento per le galline e che in Italia sono usate prive degli elementi di arricchimento: un escamotage per mantenere di fatto invariato il sistema di produzione, seppure in violazione del bando stabilito dall’UE.
Sabato 13 e domenica 14 marzo la LAV sarà presente in 350 piazze d’Italia per chiedere ai consumatori e alle istituzioni di orientare le loro preferenze d’acquisto verso uova di galline libere, evitando d’acquistare le uova etichettate con il codice 3 (allevamento in gabbia). Ai tavoli LAV, i cittadini potranno:
– firmare le cartoline-appello rivolte ad amministrazioni locali e supermercati invitandoli così a preferire le uova di galline libere;
– firmare la petizione rivolta alle amministrazioni locali, affinché garantiscano l’opzione vegetariana nelle mense;
– ricevere la guida-pratica della LAV per orientarsi sulla scelta delle uova;
– ricevere informazioni sull’alimentazione che fa bene a noi tutti ma anche animali, attraverso i consigli di www.cambiamenu.it
– sostenere questa campagna per restituire la libertà alle galline e portare a casa il tradizionale uovo di cioccolato fondente della LAV (commercio equo e solidale), in cambio di un piccolo contributo minimo (11 euro).
Per maggiori informazioni contatta la LAV.