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“Mucca pazza”: altri decessi? Istituire Commissione

23 luglio 2010 0 commenti

Alcuni articoli di stampa riferiscono la notizia di due uomini che, in Italia, sarebbero deceduti a causa del morbo della “mucca pazza”, rispettivamente nel 2008 e nel 2009, ma non risulterebbero nelle statistiche ufficiali. Secondo il Ministero della Salute, infatti, sarebbero due, in Italia, i casi di contagio umano da BSE e tra questi quello di una donna livornese di 42 anni, purtroppo in fin di vita, metre l’altro caso risalirebbe a diversi anni fa.

La LAV invita il ministro della Salute Ferruccio Fazio a fare chiarezza sul decesso dei due uomini e su eventuali altri casi sospetti di contagio da Bse.

La trasparenza in un ambito così delicato è doverosa, ma per realizzare un concreto passo in avanti la LAV chiede l’istituzione di una Commissione mista Governo-Parlamento-parti, al fine di riformare il modello produttivo alimentare basato sulla zootecnia industriale, mettendo al bando eccessi e degenerazioni che hanno prodotto gravi crisi come “mucca pazza”, realtà come le “mucche a terra” fino a ieri sconosciute ma ampiamente praticate in Italia e denunciate dalla LAV, o la massiccia somministrazione di farmaci agli animali allevati: si tratta di un tema ampio e complesso, che riguarda il trattamento riservato a centinaia di milioni di animali allevati e importati a scopo alimentare, ma anche la salute dei cittadini dal momento che il consumo di carne negli ultimi 50 anni in Italia è raddoppiato.

“E’ bastata la diffusione della notizia della donna livornese in fin di vita a causa della Bse, per far capire che il problema di questo contagio, i suoi effetti sulla salute umana, la volontà di rendere di nuovo carnivori i bovini attraverso il contestato riutilizzo delle farine animali, sono temi sui quali non c’era e non c’è da abbassare la guardia. Il bilancio di questa emergenza è inequivocabilmente tragico, con 206 decessi umani ufficialmente accertati finora solo nell’Unione Europea ma anche con molte migliaia di bovini soppressi che, purtroppo, non fanno notizia perché considerati prodotti alimentari o ‘scarti’ e non esseri viventi”, afferma Gianluca Felicetti, presidente della LAV.