Sperimentazione animale e farmaci ritirati dal mercato
Ogni anno sono numerosi i farmaci sospesi e/o ritirati dal mercato a causa degli effetti avversi riscontrati sui pazienti: un dato che dovrebbe quantomeno far riflettere circa l’inattendibilità scientifica dell’uso di animali a fini sperimentali. Accade in Italia, dove ad esempio il mese scorso è stato sospeso un farmaco anti-diabete su decisione degli organismi americani ed europei di controllo dei farmaci a causa del rischio di attacchi cardiaci legato alla molecola, ma anche in altri Paesi. In queste ore in Francia è stato annunciato il ritiro dal mercato di un medicinale, in commercio dal 1976, per la cura del diabete e poi esteso ai pazienti che volevano perdere peso, perché sarebbe responsabile di centinaia di decessi in Francia, stimati tra i 500 e i 1.000, secondo uno studio del Servizio sanitario nazionale (Cnam) pubblicato dal quotidiano le Figaro. Proprio la Francia detiene il primato europeo, per nulla apprezzabile, del maggior numero di animali usati a fini sperimentali: ben 2.328.380 animali, secondo i dati pubblicati pochi giorni fa dalla Commissione Europea e riferiti al 2008. Più di 2 milioni di animali sono utilizzati anche rispettivamente dal Regno Unito e dalla Germania, seguiti da Spagna e Italia con poco meno di 900 mila animali sottoposti ad esperimenti (2008). Ebbene, proprio in Francia, Germania e Gran Bretagna, fra il 1961 ed il 1993 sono stati ritirati dal commercio per ragioni di sicurezza ben 126 farmaci, l’87% dei quali a causa di gravi reazioni avverse.
Le statistiche dimostrano che la grande maggioranza di candidati farmaci viene scartata perché non supera i test preclinici (condotti su animali) o i successivi test clinici. Eppure 12 milioni di animali (dati riferiti al 2008), solo nell’Unione Europea, sono purtroppo ancora utilizzati nei laboratori per testare farmaci e altre sostanze chimiche secondo un modello di ricerca obsoleto che si ostina a non tenere conto che nessun animale può essere modello sperimentale per l’uomo a causa delle complesse differenze genetiche, anatomiche, della struttura e della funzione degli organi, del metabolismo e vie di assorbimento, del meccanismo di riparazione del DNA, del comportamento, ecc. A causa di questo errore metodologico, aberrante anche sul piano etico, tanti milioni di animali vengono sacrificati e, ogni anno, in Europa e negli Stati Uniti molte migliaia di malati muoiono o subiscono gli effetti avversi causati dai farmaci.
Una ricerca senza animali non solo è possibile ma anche doverosa: lo dimostrano quella parte di ricercatori che si avvalgono di metodi alternativi (ovvero che non fanno uso di animali), sempre più riconosciuti all’interno della comunità scientifica e sostenuti dalla LAV (www.lav.it), attendibili sul piano scientifico, di elevata predittività per l’uomo ed etici.