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Vogliamo un circo “umano”

5 dicembre 2010 0 commenti

Circa duemila animali in Italia sono ancora detenuti nei circhi Italiani, per esibirsi in spettacoli dove vengono addestrati per compiere acrobazie che mai eseguirebbero spontaneamente. Tra questi vi sono animali forti e possenti come elefanti, rinoceronti, ippopotami, tigri, leoni e orsi, appositamente domati per diventare purtroppo simili a delle marionette.

Alcuni comportamenti sono quasi impossibili da mettere in atto per alcune specie, che li assumeranno solo perché spinte dalla paura. Metodi coercitivi e continue intimidazioni caratterizzano per esempio l’ammaestramento degli elefanti, indotti ad agire da pungoli elettrici e uncini. I grandi felini vengono invece abituati a temere la frusta e i bastoni, il solo schiocco dello scudiscio o la vista del bastone fa ricordare loro cosa rischiano se non effettuano l’esercizio nei modi e nei tempi imposti.

E’ davvero difficile credere che possa trovarsi a suo agio un piccolo elefante domato tirandolo con delle corde legate alle zampe e usando pungoli per intimorirlo e indurlo ad obbedire ai comandi come alzarsi in verticale poggiandosi sulla proboscide (nella foto, centro d’addestramento Ringling Bros e B&B). Difficile pensare che possano trovarsi a loro agio altri elefanti legati alle zampe, senza possibilità di camminare, che ho visto dondolarsi in modo ripetitivo: un tipico sintomo di forte stress; le stereotipie, infatti, sono comportamenti ripetuti senza alcuno scopo apparente, che si sviluppano quando a un animale in cattività viene impedito di svolgere un comportamento di cui sente l’esigenza come camminare. L’elefante africano può percorrere dai 30 ai 50 km in un singolo giorno e trascorre il 57% del giorno muovendosi e nutrendosi: pensate quale malessere può subire senza adeguato movimento, chiuso in un piccolo recinto.

Ma anche i rumori delle città e sul pacoscenico possono essere fonte di stress per gli animali, come i lunghi e continui viaggi da una città all’altra, in condizioni climatiche d’ogni genere. Le condizioni di stress degli animali nei circhi sono state documentate da studi scientifici e il più recente è stato pubblicato dalla facoltà di Scienze Biologiche dell’Università di Bristol.

Tra gli aspetti più critici del rispetto della normativa Cites relativa ai criteri di detenzione degli animali nei circhi, sono segnalati:
– l’effettivo rispetto delle temperature in base alla specie animale;
– la presenza di arricchimenti ambientali (es. vasche per il bagno, pali per l’affilatura delle unghie, ecc.);
– la possibilità per gli animali di sottrarsi alla vista del pubblico;
– le dimensioni dei recinti e il fatto che gli animali non devono essere legati.

Difficile pensare che fossero a loro agio il cavallo costretto a portare in groppa una tigre e a trainare un orso, che alcuni mesi fa sono stati proposti nello show di un circo italiano – secondo quanto ha accertato la LAV – benché la normativa italiana vieti di mantere vicine specie animali diverse, soprattutto se in rapporto preda-predatore. Difficile pensare che fossero a loro agio gli animali di quei circhi italiani oggetto di procedimenti penali conclusi con il riscontro del maltrattamento.

La detenzione degli animali nei circhi è inaccettabile dal punto di vista etico, in quanto incompatibile con il benessere animale, della legalità e in quanto propone un erroneo modello educativo, basato sulla sottomissione degli animali.

Mentre 16 Paesi stanno vietando – del tutto o parzialmente – l’esibizione di circhi con animali, l’Italia detiene il record negativo di uno dei Paesi con il maggior numero di imprese circensi – circa 100 – e lo Stato italiano finanzia i circhi con animali, incluse le imprese che hanno subito condanne e/o denunce per maltrattamento di animali e/o altre violazioni di legge. Il contributo pubblico ai circhi in Italia si aggira tra i 5 e i quasi 7 milioni di euro annui (€ 6.252.883,32 nel 2010) ma alle notevoli cifre di denaro devolute in favore di questo genere d’intrattenimento non corrisponde un’azione di controllo efficace rispetto ai casi di maltrattamento e/o di acquisizione e impiego di animali appartenenti a specie protette ed esotiche, poiché la legge proibirebbe, in tali casi, l’erogazione di qualsiasi sostegno economico: ma ciò di fatto non avviene.

Questa forma di spettacolo è ancora disciplinata dall’antiquata Legge 337 del 1968, una legge che la LAV vuole cambiare proponendo:

 il divieto, alle imprese circensi e alle mostre e/o esposizioni faunistiche, di ogni ulteriore acquisizione di animali come quella derivante da scambi, cessioni gratuite, affitti, acquisti, riproduzione;
 la graduale ricollocazione, entro due anni, degli animali detenuti nei circhi e nelle mostre e/o esposizioni faunistiche, presso strutture in grado di garantirne il benessere e il sostegno pubblico, e il sostegno pubblico a tale attività;
 la creazione e il sostegno di centri di accoglienza che possano ospitare animali man mano non più utilizzati.
 Le Amministrazioni locali possono collaborare emanando un’ordinanza che, oltre a vincolare l’attendamento dei circhi al rispetto della normativa a tutela del benessere animale, ponga forti limitazioni in merito agli animali consentiti al seguito dei circhi, in particolare alle specie in via d’estinzione e/o per le quali vi è totale incompatibilità con la detenzione in strutture itineranti.

La LAV sta raccogliendo firme a sostegno di queste proposte (per informazioni: www.lav.it), per riconvertire i circhi tradizionali in spettacoli basati esclusivamente sul talento umano (Circo contemporaneo) e invita le famiglie e le scuole a scegliere sempre spettacoli che non utilizzano animali.

Foto Sam Haddock
elefante Sam Haddock-PETAfotoSAM HADDOCK-PETA5 FOTO SAM HADDOCK - PETA