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Italiani contrari a delfinari e cattura in natura: sondaggio IPSOS

11 maggio 2011 0 commenti

Dolphin ballIl 68% degli italiani vorrebbe proibire i delfinari in Italia in quanto non contribuiscono minimamente alla conservazione della biodiversità e dell’ambiente: è il risultato di un recente sondaggio commissionato da One Voice, associazione francese con la quale la LAV collabora da anni per porre fine alla cattura dei delfini allo scopo di segregarli in parchi acquatici, per il discutibile divertimento umano. Il sondaggio è stato realizzato da IPSOS  il mese scorso e ha coinvolto i cittadini di quattro Paesi europei: Italia, Francia, Spagna e Germania.

I risultati fanno trasparire, da parte degli intervistati, una buona sensibilità e consapevolezza delle sofferenze imposte ai delfini nelle vasche dei delfinari: la maggioranza degli intervistati, infatti, ha riconosciuto i gravi pericoli in cui incorrono questi mammiferi, confinati in spazi ridotti: l’82% ha dichiarato che i delfini possono subire forti stress a causa degli spettacoli e dei rumori degli spettatori, fino a mostrare gravi depressioni che, in vari casi, hanno portato ad automutilazioni e suicidi.
L’81% degli intervistati ha ammesso che i delfini sono più felici in natura (84% del totale degli intervistati) e il 73% (78% del totale) si è dichiarato contrario alla cattura dei delfini in natura per destinarli ad una vita in cattività (delfinari o parchi di divertimento), fino ad arrivare al 96% degli italiani che si augura che in futuro la cattura dei delfini per essere esibiti in tali strutture sia proibita o strettamente regolamentata (95% del totale del campione).
Secondo gli intervistati, inoltre, la cattività aumenta il tasso di mortalità dei delfini (66% degli italiani, 63% del totale) e il 71% degli italiani pensa che i delfinari non permettano di comprendere come gli animali vivano in natura. Il dato sulla mortalità è confermato dai tanti decessi avvenuti nei delfinari italiani e sui quali la LAV ha chiesto al Ministero dell’Ambiente maggiori controlli, sebbene la situazione richieda, senza alcun dubbio, il divieto di imprigionare e far esibire i delfini in queste strutture. In Italia, infatti, la specie normalmente utilizzata a questo scopo per la sua intelligenza è quella dei delfini Tursiopi, regolamentata dal D.M. 469 del 2001 che stabilisce precisi criteri in merito al loro “utilizzo “, in quanto specie gravemente minacciata di estinzione e particolarmente protetta da norme internazionali.
“Il problema è che, di fatto, tali criteri, sia pure inadeguati, non sono minimamente rispettati in nessuna delle strutture in cui delfini sono detenuti, contribuendo ad aggravarne il tasso di mortalità, peraltro molto elevato in Italia sia per incidenti sia per le gravi conseguenze dovute allo stress a cui questi sensibilissimi animali sono quotidianamente sottoposti”, afferma Nadia Masutti della LAV.
 

Inoltre, sul piano culturale, etico, etologico e ambientale è davvero criticabile e diseducativo segregare questi animali e farli esibire come fossero dei clown: le loro esigenze sono ben diverse da quelle di una piscina o di un applauso.

“Gli Europei e i delfinari”: sondaggio IPSOS (aprile 2011) pubblicato su www.lav.it