Pellicce ad alto indice di crudeltà, LAV: investigazione choc su catture in natura
La cattura in natura di animali per farne pellicce è una realtà che condanna a morte circa 10 milioni di animali ogni anno nel mondo. In pochi, però, sanno quanto possa essere violenta la “caccia di pellicce”: questa drammatica realtà è ora svelata da una investigazione condotta negli Stati Uniti dall’associazione Born Free U.S.A. con la quale la LAV collabora da anni. E proprio secondo le indagini condotte dalla LAV, tra il 2006 e il 2011 l’Italia avrebbe importato dagli Stati Uniti pelli di animali di cui non esistono allevamenti (es. coyote) e dunque una parte di queste pelli non possono che derivare da catture in natura.
Linci, lontre, procioni, opossum, coyote, donnole, topi muschiati e altri animali finiscono in micidiali trappole, vengono annegati o finiti sotto i piedi dei “cacciatori di pellicce”: una fine che sopraggiunge dopo indicibili sofferenze. La documentazione video-fotografica dell’investigazione mostra una realtà scioccante, che nulla ha a che fare con gli Accordi Internazionali tra Unione Europea e Stati Uniti per la regolamentazione di catture “senza crudeltà”: gli animali vengono uccisi con sfondamento del torace, colpiti ripetutamente con un bastone e annegati, oppure strangolati con lacci metallici. Il video mostra che vittime delle trappole sono anche animali “non-target”, ovvero animali protetti, come tutti gli animali “d’affezione” quali cani e gatti; ma nell’elenco delle vittime “non-target” pubblicato dall’associazione Born Free U.S.A. compaiono anche altri animali particolarmente protetti, addirittura le aquile, attirate dalle esche.
L’investigazione, condotta per ben due anni da attivisti infiltrati, è ora finita nelle mani del nostro Ministro degli Esteri al quale la LAV chiede un suo autorevole intervento in sede comunitaria affinché le autorità preposte svolgano indagini in quanto il sistema di cattura e uccisione di questi animali, praticato negli Stati Uniti, secondo tale documentazione violerebbe gravemente gli accordi intercorsi con la Comunità Europea al fine di evitare ogni inutile sofferenza agli animali.
Con questa denuncia la LAV preannuncia la sua mobilitazione nazionale antipellicce, in programma sabato 10 e domenica 11 dicembre in centinaia di piazze d’Italia: in questa occasione saranno divulgati nuovi documenti sconvolgenti e sarà avviata una raccolta di firme a sostegno di una proposta legislativa che metta fine a tali violenze. I consumatori possono fare molto e subito: aprire gli occhi e non acquistare mai pellicce, neppure capi con inserti in pelliccia.
Per maggiori informazioni: www.lav.it