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Messico e… Clima!

29 novembre 2010 0 commenti

Sentirsi a casa in Messico è facile, anche i colori della bandiera sono gli stessi di quella italiana. Ma Cancun è anche uno spicchio di Stati Uniti, con gli alberghi del tutto compreso (puoi rimpinzarti di cibo e cerveza fino a scoppiare). I contatti tra i delegati e la popolazione sono praticamente impossibili, eccezionali misure di sicurezza ovunque, e cartelli usati come tiro al bersaglio ricordano che siamo in una situazione difficile.

Pure, mentre suonano l’inno messicano e sullo schermo passano i volti degli eroi messicani (solo una donna) si capisce che è un paese diviso ed unito nello stesso tempo. La logistica per delegati e osservatori è molto difficile, tutti sono costretti a usare i bus della conferenza, facendo tappa in un enorme (e freddissimo) centro di smistamento per poi prendere un altro bus che si reca al Moon Palace, la sede del Summit.

Il Governo messicano sta investendo molto per un successo del Summit sul Clima a Cancun. In America Latina il Cambiamento Climatico non è una teoria opinabile, è una realtà sotto gli occhi di tutti. E giustamente nei discorsi iniziali gli oratori hanno messo al centro la minaccia ambientale e l’enorme importanza che l’economia dovrebbe attribuire a tale minaccia che pone l’ipoteca di costi enormi per i giovani di oggi e per le future generazioni. Il Ministro Messicano all’Energia e Clima ha stressato moltissimo il valore anche etico della battaglia contro i cambiamenti climatici, invitando i negoziatori (e soprattutto i Governi) ad adeguarsi alle indicazioni della Comunità Scientifica: non a caso ha preso la parola anche il presidente dell’IPCC, il panel sul clima delle Nazioni Unite, Rajendra Pachauri, che ha stressato la necessità di arrivare entro il 2015 al picco delle emissioni, il che vuol dire che da quel momento in poi le emissioni DEVONO diminuire, se vogliamo evitare i cambiamenti climatici catastrofici.

I Governi stanno giocando col fuoco, letteralmente. E dopo la delusione di Copenaghen non possono ricominciare il gioco del cerino, cercando di darsi la colpa l’un l’altro perche in realtà nessuno vuole fare la sua parte. In questo senso, il caso italiano è esemplificativo: mentre noi abbiamo preso provvedimenti spot, non abbiamo una strategia e le nostre emissioni, nonostante la crisi economica, non scenderanno quanto ci eravamo impegnati a fare a Kyoto, ma ci sentiamo in diritto lo stesso di gettare la croce sugli altri. Così si gioca col futuro del pianeta. In fondo a Cancun i Governi dovranno dimostrare di essere adulti, per salvare i loro bambini di oggi, e dare loro un futuro.