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Caraibi e la barriera corallina minacciati dai cambiamenti climatici, un monito per i negoziatori

6 dicembre 2010 0 commenti

Non è una grande idea per i negoziatori passare il weekend in riunioni in
ambienti chiusi invece di immergersi nella bellezza dei Caraibi (non di
Cancun città , che ho visto per la prima volta sabato sera e assomiglia a
una città americana, con tanto di alberghi grattacielo enormi e costruiti
sulle spiagge).

Forse il pubblico la prenderà per una cosa buona (in fondo i negoziatori
sono in Messico a spese nostre) ma l’impatto dei cambiamenti climatici anche
sui Caraibi è talmente devastante che non avrebbe fatto loro male ricordarsi
il motivo per cui sono qui. Il WWF nel weekend ha diffuso un rapporto su
questo tema che in sintesi denuncia come esista un rischio serio per la
Barriera corallina Mesoamericana e per i tratti di costa ricoperti di
mangrovie a causa dei cambiamenti climatici. L’economia di quest’area del
pianeta, basata principalmente sul turismo, ne risentirà pesantemente e
molti sono già gli sforzi per riuscire a trovare strategie di adattamento
efficace.

Sul fronte dei lavori è bene spendere due parole su quello che è accaduto
nel weekend, importanti nel contesto delle trattative.

Sono usciti due testi negoziali: non è che ci siano molte novità, ma quelle
che prima erano ipotesi aperte sono diventate opzioni negoziali. Quindi ora
si fa sul serio. L’unica cosa che ancora manca è l’ambizione. Tutti sanno
che a Cancun non si raggiungerà l’accordo globale, per il quale bisognerà
aspettare il prossimo appuntamento in Sud Africa. Ma i passi in avanti
devono essere concreti e soprattutto in linea con le finalità ambientali
della Convenzione, e costituire dei concreti passi in avanti nella giusta
direzione, il trattato globale. Per esempio, parlare di protezione delle
Foreste è essenziale, per la biodiversità e per il clima: ma lasciare molte
scappatoie (anche per spostare le foreste), non prevedere risorse adeguate e
lasciare fuori i grandi driver economici della deforestazione vuol dire non
affrontare davvero il problema. Lanciare un fondo per finanziare gli sforzi
dei paesi in via di sviluppo per adattarsi agli impatti dei cambiamenti
climatici ormai inevitabili e per costruire un benessere non fondato sulle
emissioni di carbonio è importante, ma se questo fondo non è messo in
condizioni di operare in tempi brevi rimane ancora una scatola vuota.
Insomma, ci si augura che la presidenza messicana riesca a riempire il
pacchetto di Cancun di contenuti.

Molti Ministri sono arrivati, alcuni arriveranno nei prossimi giorni
(martedì il Ministro italiano, Stefania Prestigiacomo): per dar loro modo di
dare impulso ai negoziati la presidente della Conferenza ha dato ad alcuni
il compito di coordinare i loro colleghi sulle singole questioni. Nella
speranza che questo non si trasformi in un ostacolo, come successe a
Copenaghen con i grandi della Terra. Intanto domani si annunciano importanti
novità provenienti dall’altra parte dell’Atlantico: ma ….domani è un altro
giorno.