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Scatola vuota o mezza piena?

8 dicembre 2010 0 commenti

In questi giorni le trattative fervono, ma il pericolo dietro l’angolo è che la politica, invece di dare impulso alle trattative, badi più alle apparenze che ai contenuti. Quello che è accaduto ieri lo dimostra.

Bellissimi i discorsi in plenaria. Ma intanto esce un nuovo testo per il binario della Convenzione, e questo testo, tra l’altro, non tiene in alcun conto il cosiddetto “Gigatonne Gap” (cioè il deficit di riduzione delle emissioni che separa gli impegni di Copenaghen dai livelli necessari a tenere l’aumento medio della temperatura globale ben al di sotto dei 2°/C) denunciato in un rapporto del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). Non ci sono nemmeno i piani per la decarbonizzazione  entro il 2050 (Zero Carbon e Low Carbon) che i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo dovrebbero produrre.

Si parla di foreste, e il testo che si sta completando è buono ma… il diavolo è nei dettagli, in particolare in una nota che potrebbe far riconoscere come azione meritoria quella di chi abbatte gli alberi e le foreste di grande valore ecologico per piantarne di altri (produttivi).

Ieri sera sono tornata in bus da una seduta notturna del gruppo di lavoro su Kyoto. I ministri stanno consultando i loro pari grado, ma hanno annunciato che molte sono le cose che non ritengono di poter concludere a Cancun.

Accanto a questo, la conferma della struttura “legalmente vincolante” del protocollo e la non volontà di andare a un sistema “pledge and review”, cioè annuncio un impegno e poi vi dico se l’ho mantenuto. Una frase che pare rassicurante, soprattutto per quel che riguarda il Giappone.

La stanchezza si fa sentire, lo si legge sul volto dei delegati (anche sul mio, credo). Le persone sono molte di più della prima settimana, I servizi cominciano ad avere delle falle (bus che tardano o che vengono bloccati dalla macchina di un ministro e non possono passare).  E se già dal martedì si comincia con le sedute notturne (e mattiniere, perché stamane i lavori in plenaria sono cominciati alle otto e mezza) vuol dire che si intende stringere. Speriamo per il meglio.

Intanto i “Climate Tracker”, ragazzi selezionati non tra gli attivisti ecologisti, che seguono i negoziati e i negoziatori a nome della “gente normale”, hanno incontrato la segretaria della Convenzione sul Clima, Christiana Figueres che ha affermato, tra le lacrime, che lei è qui perché pensa al futuro dei giovani (vedi QUI ). Sul bus un addetto al cerimoniale elencava i Capi di Stato e dei Ministri presenti, e si sfogava perché tutti vogliono parlare. Che parlino pure, però poi agiscano: vorremmo tanto facessero una bella figura, ma non con una scatola vuota, che inghiottirebbe il futuro nostro e, soprattutto, dei nostri ragazzi.