Operazione Leucopetra: arresti ai piani alti dell’Enel per traffico illecito di rifiuti tossici tra Puglia e Calabria
L’Operazione Leucopetra ha portato all’arresto di 10 persone tra Calabria e Puglia, avvenuto stamattina, per traffico illecito di rifuti tossici. Tra gli arrestati ci sarebbero anche alcuni dirigenti della sede Enel di Brindisi, oltre a imprenditori di Reggio Calabria. “I soggetti sono accusati di traffico illecito di rifiuti pericolosi e disastro ambientale”, ha detto all’agenzia Reuters Giuseppe Pignatone, procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha coordinato le indagini, condotte dal Corpo della Guardia Forestale.
Il traffico si sarebbe svolto così: più di cento tonnellate nocive provenienti dalla centrale elettrica di Brindisi sarebbero state interrate in una cava vicina alla spiaggia di San Lazzaro, a dieci km circa da Reggio Calabria. Lo smaltimento illecito dei rifiuti dell’Enel durerebbe dal 2005 circa: i rifiuti tossici sarebbero stati trasferiti a Reggio Calabria e trasformati in rifiuti normali, poi smaltiti in un’azienda calabra che produce laterizi e mischiati ai residui della cava.
La Guardia Forestale ha sequestrato 15 automezzi e beni per un volume di circa sei milioni di euro all’anno. Da PugliaTv ci fanno sapere che “L’Enel ha emesso un comunicato ufficiale con il quale ricorda di aver offerto la sua collaborazione agli inquirenti fin dal 2007 e che ha avviato da tempo una indagine interna per conoscere esattamente l’andamento della procedura di affidamento dello smaltimento rifiuti della centrale ad un consorzio d’imprese”.
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